Il comitato contrario all'iniziativa UDC ha posto il confine fra Svizzera e Italia sul passo del San Gottardo. E il Ticino? Chiesa: «Hanno già venduto il nostro Cantone!». Gobbi: «Un'offesa»
AIROLO - Il confine fra Svizzera e Italia si trova sul passo del San Gottardo, per il comitato contrario all'iniziativa UDC per l'autodeterminazione: è almeno questa l'impressione che si ricava da un video diffuso nell'ambito della campagna in vista dell'iniziativa del 25 novembre.
Il filmato presenta un produttore di formaggio impegnato a fornire 200 chili dei suoi prodotti a un negozio di paese in Italia. Nell'attraversare le Alpi viene però fermato in dogana da due agenti con divise che ricordano vagamente quelle dei carabinieri: «Finito Schengen», dicono. L'accordo non vale più e invece dei 200 chili il produttore può portare all'acquirente solo la metà di quanto richiesto. Con il cliente l'interessato cerca di far passare la cosa come frutto di regole Ue, ma viene rimbeccato dalla responsabile del negozio: «Siete stati voi che avete voluto cancellare gli accordi con l'Unione europea: la Selbstbestimmungsinitiative», commenta la donna in impeccabile tedesco.
La scenetta è però viziata da un problema geografico: la finta dogana è stata posta in cima alla salita della Tremola, non molto lontano dall'Ospizio, come si rendono subito conto i ciclisti memori dell'impegnativo rettilineo finale. La strada della Tremola è stata realizzata fra il 1827 e il 1832, quando ormai il Ticino era da tempo cantone a tutti gli effetti. E le terre ticinesi - soprattutto quelle a ridosso dei passi - sono svizzere da tempo.
Portare il confine fra Svizzera e Italia al San Gottardo - oltre che essere stato un sogno del dittatore Benito Mussolini - è un errore che viene commesso non raramente nella Penisola. Lo stesso ex premier Matteo Renzi aveva sostenuto nell'aprile del 2016 che l'Italia stava costruendo la galleria di base del San Gottardo. Uno sbaglio del genere è invece più sorprendente in Svizzera, che per decenni nella retorica patriottica ha considerato il San Gottardo fulcro del paese, e non certo confine.
La reazione UDC - Non si è fatta attendere la reazione UDC. «I contrari all'autodeterminazione della Svizzera, coloro che mettono il diritto internazionale al di sopra della Costituzione federale e dei cittadini svizzeri, hanno già venduto il nostro Cantone!», scrive Marco Chiesa in un post su Facebook.
«Nel video di propaganda piazzano una figura di palta mica da ridere! Di Renziana memoria - prosegue il Vicepresidente UDC -. È bene ricordare a questi disattenti avversari della Costituzione che il Gottardo non è una frontiera del nostro Paese ma si trova ben piantato all'interno dei confini. Forse hanno già capito che in Canton Ticino per loro non c'è trippa per gatti e vogliono disfarsene subito».
«Offesa al Ticino e ai ticinesi» - Gli ha fatto eco anche il Consigliere di Stato Norman Gobbi: «Qualcuno lo giustificherà come una "libertà poetica", ma porre la dogana tra Svizzera e Italia in un luogo simbolico e di unione confederale come il Passo del San Gottardo è un'offesa al Ticino e ai ticinesi che da sempre si sentono "liberi e svizzeri". Ciò dimostra quanto stia poco a cuore il nostro Paese ai contrari della Selbstbestimmungsinitiative (iniziativa per l'autodeterminazione). Per questo e per i motivi che vogliono tutelare il primato del diritto interno - garante dei diritti fondamentali del cittadino e dell'essere umano - votiamo Sì il prossimo 25 novembre all'iniziativa per l'autodeterminazione. Un SI alla Svizzera e alla nostra indipendenza».