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GAMBAROGNODue nuove sculture donate al comune

21.08.18 - 21:15
"Läufer" di Peter Travaglini si trova nelle vicinanze dell'imbarcadero, "Il cubo" di Edgardo Ratti è in una piazzetta del nucleo
Due nuove sculture donate al comune
"Läufer" di Peter Travaglini si trova nelle vicinanze dell'imbarcadero, "Il cubo" di Edgardo Ratti è in una piazzetta del nucleo

GAMBAROGNO - Il Comune di Gambarogno si arricchisce di altre due importanti opere artistiche. A seguito della “G’18, Mostra internazionale di scultura all’aperto” il figlio dello scultore Peter Travaglini ha espresso il desiderio di lasciare sul posto una imponente scultura di suo padre, mentre Edgardo Ratti - purtroppo scomparso nel frattempo - aveva collocato in una piazzetta del nucleo una sua scultura con l’indicazione che fosse donata al Comune.

Così il comune rivierasco si ritrova proprietario di altre due notevoli opere artistiche, che vanno ad aggiungersi alle tante che nel corso degli anni sono state donate all’ente pubblico grazie al lavoro degli organizzatori delle mostre di scultura riconosciute internazionalmente, e che già da tempo fanno bella mostra di sé nelle piazzette e viuzze del borgo. 

La scultura di Peter Travaglini, dal titolo “Läufer”, rappresenta una massiccia figura umana nell’atto di correre. È in granito di Cresciano di notevoli dimensioni (cm 260x196x30) eseguita nel 1969, posta nelle vicinanze dell’imbarcadero. Si tratta della prima opera della serie “Figur” eseguita dall’artista e alla quale nella cave Antonini a Cresciano ha contribuito, da “garzone”, anche l’allora giovanissimo figlio Olivio, ora donatore dell’opera al Comune. Proprio Olivio ha indicato la posizione dell’opera, rivolta verso la Madonna del Sasso dall’altra parte del lago, chiesa dove Peter Travaglini, quando tornava a Vira, ogni domenica mattina seguiva la messa delle 6.

L’opera di Edgardo Ratti, una delle sue più recenti tra quelle di una certa dimensione, è “Il cubo”, una geometrica scultura (cm 60x60x60) eseguita in marmo di Verona nell’anno 2010, posta su un basamento di pari misura in granito ticinese.

TRAVAGLINI Peter
Travaglini è nato a Berna il 2 marzo 1927 e si è spento a Büren an der Aare il 31 gennaio 2015. Dopo l'apprendistato di pittore e stuccatore a Soletta ha frequentato la scuola di arti applicate di Vevey. Dal 1946 al 1949 è stato all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1948 si stabilì a Vira Gambarogno e due anni dopo trasferì il suo domicilio principale a Büren an der Aare. Iniziò la sua attività artistica con dipinti a olio in stile figurativo, poi nel 1953 eseguì le prime sculture in pietra calcarea e un rilievo in bronzo per il palazzo comunale del municipio di Büren an der Aare. Seguirono una fontana in pietra arenaria e una piccola fontana in pietra calcarea a Meienried. Anche Vira Gambarogno ospita due sue fontane. L'incarico per la realizzazione di una vetrata in vetrocemento per la Chiesa cattolica di Lyss nel 1958, segnò l'inizio di una lunga serie di commissioni di opere d'arte pubbliche e fu determinante per l'avvio della sua attività indipendente di artista. Nel corso degli anni 1960 Travaglini si avvicinò al movimento del tachisme e alle correnti dell'espressionismo astratto. Seguirono i primi getti di alluminio e monotipi.  A partire dal 1976 ha insegnato all'Accademia internazionale delle arti figurative di Niderbipp, in seguito presso la Künstlerhaus di Soletta. Travaglini partecipò alla prima Mostra di scultura di Vira Gambarogno, nel 1968, dove stupì con la sua "Catena" eseguita in granito che ora fa bella mostra di sé sul lungolago di Lugano, nelle vicinanze del LAC. Partecipò in seguito anche alle edizioni del 1976 e del 1982.

RATTI Edgardo
Edgardo Ratti nasce nel 1925 ad Agno da padre malcantonese e da madre gambarognese. A seguito del padre che è guardia di confine vive ad Arogno, villaggio storicamente legato alle maestranze artistiche dei Comacini e Campionesi. In seguito si trasferisce ad Arzo, altro luogo d’arte di picapietra e scultori. Poi ad Indemini negli anni ’35 dove vive la povertà del luogo. In seguito un ampio giro sulle sponde del Verbano: Brissago, Dirinella, Gerra e poi ancora a Dirinella dove inizia la sua vita di adolescente con un’educazione severa e rigida. Frequenta il Ginnasio di Bellinzona fino al 1941 dove incontra il pittore Augusto Sartori, suo primo maestro. Questi fu estremamente felice quando, a distanza, l’allievo prediletto gli subentrò nell’insegnamento. Nel 1942 è a Friborgo alla scuola d’arte per quattro anni dove acquisisce una profonda conoscenza e padronanza del disegno che gli permise di accedere all’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano senza esami di ammissione. Tiene la sua prima mostra nel 1951 a Bellinzona. Il risultato di questa prima esibizione non lo soddisfa,
 anto che per un decennio lavora isolato nel suo studio e soltanto nel 1961 tiene la seconda mostra a Lugano. Durante quegli anni di isolamento dipinge atmosfere e disegna molto fino a giungere ad una pittura scarna di colore e disegno fino al bianco su tela bianca. Il periodo bianco si protrae fino agli anni ’85, quando subentra un periodo contraddistinto dal colore nero con figure emarginate, di sofferenza, di malattie, che marcarono fino agli anni ’90 l’attività pittorica con espressioni di dolore. Dagli anni ’90 in poi ritorna all’acqua e al colore, con quadri di grandi dimensioni. Una ulteriore ricerca stilistica arriva negli anni 2007 con una sintesi di astrattismo concreto, prima di lasciare il posto al ritorno ad una pittura più informale e delicata degli ultimi tempi. Negli anni ’70 inizia a concentrarsi anche sulla scultura per la quale fa affidamento su diversi supporti quali il marmo di Arzo, il travertino toscano, il serpentino, l’alabastro e il legno ticinese.

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