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MENDRISIO«Anticipata e di ottima qualità, ma aspettiamo prima di brindare»

20.08.18 - 07:45
Oltralpe si parla di annata epocale, ma un grande produttore come Feliciano Gialdi resta prudente sulla vendemmia: «Raccolto inferiore del 30% per la peronospora. E sul clima tropicale dico...»
«Anticipata e di ottima qualità, ma aspettiamo prima di brindare»
Oltralpe si parla di annata epocale, ma un grande produttore come Feliciano Gialdi resta prudente sulla vendemmia: «Raccolto inferiore del 30% per la peronospora. E sul clima tropicale dico...»

MENDRISIO - “Vino secolare”, “vigneti come in Toscana”, “uve dolci e mature”. Tra i filari d’oltralpe si respira - almeno sulla carta - un’euforia quasi bacchica. Sarà un’annata eccezionale, ha detto al Blick Michael Gölles, responsabile del settore viticoltura di Agroscope. L’estate calda, secca, in una parola estrema come fu quella mitica del 2003, avrebbe già reso, a metà agosto, gli acini dolci e maturi. Sarà una vendemmia anticipata e molti viticoltori già brindano al futuro raccolto…

«La vendemmia si giudica quando l’uva è in cantina» ammonisce Feliciano Gialdi, titolare di una delle case vinicole più importanti e premiate del cantone. Manca meno di un mese, in molti vigneti si inizierà con le uve bianche, come il Chardonnay, nella prima settimana di settembre e coi rossi da metà mese: «Ancora troppe le incognite per mettere un’etichetta sul tipo di annata, ma di sicuro i problemi di peronospora comporteranno un raccolto inferiore del 20-30%» dice Gialdi. Meno quantità, «ma le uve che ci sono in vigna promettono di essere di ottima qualità».

Forse più ancora che nel resto della Svizzera, il Ticino tocca con mano i cambiamenti climatici. Un tempo si vendemmiava a fine settembre, inizio ottobre, quando ormai adesso i filari sono nudi. Due settimane d’anticipo e, forse si raccoglierà prima dello scorso anno, ma le incognite restano ancora troppe: grandinate, suzuki (che è un insetto) in pole position. E a cornice di tutto, un clima tropicale che, spiega il produttore ticinese, «è negativo. L’escursione termica nel momento della maturazione resta essenziale. Le notti fresche contribuiscono agli aromi. È meglio dunque che la temperatura notturna scenda sotto i 20-22 gradi e poi faccia caldo e ben ventilato di giorno». Ecco, il tempo di questi giorni sarebbe perfetto: «Se le passate giornate si ripetessero uguali fino a settembre, magari con una pioggia tranquilla ogni tanto, di sicuro avremmo una grande vendemmia».

Il cambiamento climatico è ormai assodato: «Ma siamo noi a doverci adattare». Adattarsi, almeno per questo produttore, non significa introdurre nuovi vitigni: «Sono uno strenuo difensore del Merlot. Non stravolgiamo la nostra identità. Alternative ci possono stare, ma restiamo fedeli. I piccoli possono divertirsi, dopodiché i vini che fanno il mercato restano i Merlot. In purezza». Le grandi ditte oggi dispongono di enologi e agrari che consigliano (e controllano) il lavoro dei viticoltori da cui acquistano le uve: «Se piove tanto, come quest’anno a maggio, il Merlot ha ancora più bisogno di trattamenti. E per chi coltiva la vigna nel tempo libero i lunghi periodi di maltempo possono diventare un problema insormontabile. Il professionista è dinamico e può intervenire al primo squarcio di sole. Il privato no». Il clima pazzo penalizza insomma il viticoltore hobbista.

Meno uva, tornando alle previsioni, non significa necessariamente vino più caro: «Noi siamo una grossa azienda, abbiamo riserve che ci permettono di essere costanti nel prezzo. Ma per i piccoli la necessità di rientrare subito sui costi può essere più forte» conclude Gialdi.

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COMMENTI
 

Nicklugano 5 anni fa su tio
Quantità ridotte a causa della peronospera o magari uve tolte prima dai filari per evitare troppa produzione (con conseguente calata dei prezzi) ?

Benji78 5 anni fa su tio
Al momento il merlot in purezza fa il mercato, ma ciò non significa che bisogna stare fermi e non puntare nell'innovazione. Certo, bisogna avere coraggio e non è facile, ma visti i cambiamenti climatici e le annate difficili degli ultimi anni non possiamo prescindere dal provare e valutare nuove varietà resistenti alle malattie. Dovremmo metterci a testare seriamente alle nostre condizioni le diverse varietà che il mercato offre. È un lavoro che richiede anni, quindi sarebbe bene se ci dessimo la sveglia per non rimanere indietro. Nei bianchi poi, visto che non siamo ancora legati troppo all'immagine del merlot, ci sarebbe molto più spazio.
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