Sempre più spesso chi si occupa della pulizia lungo le aree di sosta dell’A2 si ritrova di fronte scene forti. Nell’ultimo decennio, il fenomeno è cresciuto a dismisura. Ecco i retroscena
LUGANO – Maleducazione oltre ogni limite, nei gabinetti delle aree di sosta autostradali ticinesi. Feci, urina, preservativi usati. Rifiuti di ogni genere con cui gli addetti alla manutenzione sono confrontati quotidianamente. La situazione è degenerata nell’ultimo decennio. «Il traffico si è intensificato – evidenzia Taron Ghielmetti, responsabile delle aree di sosta autostradali tra Chiasso e Rivera – e gli utenti che circolano sulle nostre strade non sembrano avere il nostro stesso senso della pulizia».
Il caldo esaspera gli odori – Una tesi confermata anche da Ciro Gentile, da 23 anni impiegato come addetto alla manutenzione. Con la sua squadra si impegna a mantenere il decoro nei wc delle aree di sosta dell’A2. «Soprattutto in estate le cose si fanno pesanti – dice – il caldo esaspera gli odori. E c’è ancora più traffico. Anche per questo, nei mesi estivi ci avvaliamo della collaborazione di una ditta esterna. Complessivamente ogni area di sosta viene pulita e disinfettata due volte al giorno. In alcune circostanze, anche tre».
Frustrazione – Uno sforzo che sembra vano. «C’è chi decide di fare gli escrementi direttamente sul pavimento – sospira Gentile – e questo perché magari, per ragioni culturali o igieniche, non vuole appoggiarsi all’asse del gabinetto. Per noi è frustrante, deprimente. Anche perché poi la gente del posto, quando nota certe cose, pensa che non facciamo bene il nostro lavoro. Magari passi due ore a pulire e a disinfettare e poi arriva un maleducato e ti rovina tutto».
Fare pagare non serve – Lungo le autostrade della Svizzera italiana si contano tredici aree di sosta (senza benzina e negozio annesso) e sei aree di servizio (a cui va aggiunta quella sull’A13, situata all’altezza di San Vittore, nei Grigioni). «Nelle aree di servizio – riprende Ghielmetti – vale a dire in quelle stazioni in cui vi è anche il ristorante e lo shop, si è deciso di fare pagare l’accesso ai bagni». Il risultato, almeno in alcuni casi, non è quello sperato. «A Coldrerio, ad esempio, notiamo che molti passanti fanno i propri bisogni nel boschetto vicino, lasciando uno scempio».
La rinuncia alla carta e al sapone – Anche Giovanni Quadrelli, capo del Centro di manutenzione del Sottoceneri, è rammaricato. «Grazie all’impegno dei nostri collaboratori e alle ditte private con le quali cooperiamo, siamo in grado di offrire un ottimo servizio agli utenti delle aree di sosta. Purtroppo, per colpa di pochi, a volte può sembrare che manchi pulizia. Subiamo, inoltre, parecchi furti. Dagli specchi ai cestini. Anche la carta igienica veniva spesso rubata». «Tanto – puntualizza Gentile – che si è deciso di non metterla più. Abbiamo rinunciato anche al sapone. Ora c’è solo l’essenziale. Triste».
Caos anche tra le donne – Nei wc delle donne le cose non vanno meglio. Anzi. «Le donne sono spesso più schizzinose – conferma l’addetto alla manutenzione – quindi di base non si appoggiano all’asse. Capita sovente che facciano i loro bisogni fuori dalla tazza del water. Non solo. Troviamo con regolarità carta, tampax e quant’altro per terra o nello scarico». Un disastro insomma. Da cui non si salva quasi nessuno.
Dignità da ritrovare – Ghielmetti un’idea per riconquistare un minimo di decoro ce l’avrebbe. «O chiudiamo alcune aree di sosta, definitivamente. Oppure introduciamo gabinetti moderni, tecnologicamente avanzati. Quelli che, in sostanza, si puliscono quasi da soli». «Qui è in gioco anche la dignità di noi operai – conclude Gentile – facciamo un servizio alla popolazione e lo facciamo col cuore. Non è giusto che l’utente ci manchi di rispetto in questo modo».