I sindacati SEV, Unia e OCST denunciano il peggioramento della situazione dopo la nascita del Consorzio
LOCARNO - Dopo la nascita del Consorzio, «voluto per migliorare la qualità del servizio, la situazione è invece peggiorata». A denunciare il «paradosso» vissuto dagli ex dipendenti NLM sono i sindacati SEV, Unia e OCST, che in un comunicato congiunto parlano di «zone d’ombra», di «vicolo cieco», e di «azienda con cui è difficile dialogare».
«Di fatto gli scali di Gerra, Ranzo e Vira sono chiusi. In Gambarogno non c’è più il servizio all’utenza e a Magadino ci sono problemi di comunicazione con i bus per informare sulle coincidenze. A San Nazzaro, inoltre, ci potrebbero essere problemi di sicurezza con la vicinanza del Lido, non essendoci più una presenza a terra in grado di avvisare i natanti su possibili pericoli. Sono inoltre state soppresse delle facilitazioni finanziarie per l’utenza».
Alle disfunzioni per l’utenza si sommano poi le difficoltà quotidiane incontrate dai marinai. Dalla «consegna tardiva dei piani di lavoro», al «mancato pagamento delle trasferte aziendali», fino alle «irregolarità nel pagamento della differenza salariale versata con denaro pubblico e gli improvvisi cambiamenti dei turni legati a una pianificazione lacunosa». Il dito è puntato contro il datore di lavoro, che «non vuole negoziare veramente con i sindacati e con le maestranze» e impone «unilateralmente la sua visione».
«Se questo non è un film di Hitchcock, con tutto il carico di ansia e di angoscia per i protagonisti e per le loro famiglie, poco ci manca», scrivono i sindacati ricordando inoltre che «SNL beneficia di denaro pubblico».
«L’attuale assenza di prospettive - concludono i sindacati - pesa enormemente sui destini di queste persone. Che altro non chiedono se non di poter continuare a lavorare sul loro amato lago in condizioni lavorative solide e con salari adeguati».