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SONOGNO«Non sono stato io ad affossare il Country Festival»

31.07.18 - 20:19
L’evento, che attira migliaia di persone in Verzasca, non si svolgerà. Sotto accusa, il contadino che non concede più il posteggio agli organizzatori. Lui ora si difende
TiPress
«Non sono stato io ad affossare il Country Festival»
L’evento, che attira migliaia di persone in Verzasca, non si svolgerà. Sotto accusa, il contadino che non concede più il posteggio agli organizzatori. Lui ora si difende

SONOGNO – Sarebbe un agricoltore del posto ad avere affossato il Country Festival di Sonogno? In Valle Verzasca in molti puntano il dito contro un contadino “reo” di non avere più concesso all’organizzazione il grande terreno di circa 9000 metri quadrati che fungeva da parcheggio per gli avventori dell’evento. Oggi lo stesso agricoltore si difende. E rispedisce ogni accusa al mittente. «In diversi non mi salutano più – dice –. Non è giusto. Io avevo già annunciato nel 2017 che non avrei più concesso il terreno agli organizzatori del festival».

Si parla di cattiverie gratuite – La 14esima edizione della manifestazione, che ogni anno attira a Sonogno migliaia di appassionati, si sarebbe dovuta svolgere sabato 4 agosto. Già in primavera si è saputo che, probabilmente, l’evento sarebbe saltato. Nelle ultime settimane, con l'ufficialità dell'annullamento, le polemiche da parte degli abitanti della valle hanno superato i livelli di guardia. C’è chi parla apertamente di cattiveria gratuita da parte dell'agricoltore, supponendo un supporto personale da parte dei suoi due fratelli, rispettivamente sindaco e presidente del patriziato di Sonogno. Patriziato che detiene la proprietà del fondo in questione.

Il segreto di Pulcinella – Altri sussurrano quello che, col passare dei giorni, sta diventando un segreto di Pulcinella. Nel 2019, probabilmente, il festival non si svolgerà più a Sonogno. Gli organizzatori starebbero cercando alternative in zona. «Non voglio commentare questa brutta situazione – dice, amareggiata, l’organizzatrice Carmen Gianettoni –. C’è tanta delusione, non lo nego. In questo momento, pensiamo al futuro. Se qualcuno ha un’idea, si faccia avanti».

I panni del cattivo – L'agricoltore, dal canto suo, non ci sta a vestire i panni del cattivo. E spiega: «Tutte quelle auto parcheggiate, circa 500, ogni anno rovinavano a poco a poco il terreno. A me quel fieno serve per nutrire le mie bestie. I gradi di parentela con sindaco e presidente del patriziato non c’entrano nulla».

Largo preavviso – Poi, il contadino invita tutti a fare un passo indietro. «Avevo già manifestato le mie intenzioni nel marzo del 2017. Avevo anche denunciato la maleducazione di alcuni avventori del festival, che lasciavano carta igienica e bottiglie rotte sui prati adiacenti. Ma si tratta di dettagli che non hanno avuto peso sulla mia scelta. Io sono stato corretto. E ho dato un largo preavviso agli organizzatori. Non capisco tutto questo stupore dunque. E non capisco come in tutto questo tempo non si sia riusciti a trovare un piano B. Se il festival quest’anno non si terrà, non è per colpa mia».

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