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CANTONE/NORVEGIA«Alle Isole Svalbard fa più caldo del solito»

30.07.18 - 10:00
La ventunenne ticinese Tessa Viglezio ci racconta il cambiamento climatico dall’estremo nord della Norvegia
Swiss Arctic Project
«Alle Isole Svalbard fa più caldo del solito»
La ventunenne ticinese Tessa Viglezio ci racconta il cambiamento climatico dall’estremo nord della Norvegia

LUGANO/LONGYEARBYEN - Fa caldo, molto caldo. E con l’aumento della temperatura media, per i nostri ghiacciai è sempre più difficile sopravvivere: si stanno ormai ritirando a vista d’occhio e resisteranno ancora per pochi decenni. Questo sta accadendo alle nostre latitudini. «Ma è un fenomeno che sta interessando tutto il pianeta, pure le regioni artiche» ci dice la ventunenne ticinese Tessa Viglezio, che da due settimane si trova - assieme ad altri quattro giovani provenienti dal resto della Svizzera - nelle norvegesi Isole Svalbard per lo Swiss Arctic Project. Infatti anche lassù, a soltanto un migliaio di chilometri dal Polo Nord, il cambiamento climatico si fa sentire.

Non c’è più il clima di una volta - «Pensavo di trovare un clima più freddo, invece le temperature si situano tra i cinque e gli otto gradi. Soltanto quando soffia il vento, si gela di più» ci racconta Tessa, descrivendo il primo impatto con la regione artica. E in effetti le temperature non sono più quelle di una volta, come conferma anche la gente del posto con cui hanno parlato i cinque giovani. «Dicono che gli inverni sono più corti e che fa più caldo». Un cambiamento, questo, che si percepisce anche a livello turistico. Una guida incontrata a Pyramiden, un insediamento russo abbandonato dove però è ancora attivo un piccolo hotel, constata infatti che i visitatori arrivano sempre più presto.

Dove c’era il ghiacciaio… ora c’è il mare - Alle Isole Svalbard i ghiacciai si mostrano ancora imponenti, «sono impressionanti», eppure non sono indenni al riscaldamento climatico. Tessa lo ha potuto constatare con i suoi occhi, in particolare quando con la nave MV San Gottardo la spedizione ha fatto tappa nel fiordo davanti alla lingua bianca del Nordenskiöldbreen: secondo la mappa, vecchia di soli tre anni, in quella posizione l’imbarcazione avrebbe infatti dovuto trovarsi nel mezzo del ghiaccio. Ma dal 1990 la distesa si è ritirata di oltre un chilometro. «Si prova una strana sensazione - afferma Tessa - perché si è convinti che nelle regioni artiche i ghiacciai siano conservati dal freddo». E invece si stanno sciogliendo.

Verso Ny-Alesund - Ora la spedizione Swiss Arctic Project sta proseguendo verso Ny-Alesund, nel nord delle Svalbard. Anche se negli scorsi giorni il viaggio è stato rallentato dal maltempo, con intense precipitazioni e mare mosso. «Nella trasferta dal ghiacciaio Esmarkbreen alla città fantasma di Pyramiden abbiamo dovuto fermarci in un fiordo a causa di una tempesta» racconta ancora la giovane ticinese. «Potevamo soltanto stare sdraiati, altrimenti ci veniva il mal di mare». È stato più facile per Charles Michel e sua moglie Doris, i responsabili del progetto, che sono abituati a tempeste ben più intense.

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COMMENTI
 

limortaccituoi 5 anni fa su tio
Non capisco l'utilità di commentare dicendo "è inutile andare in groenlandia per provare il cambiamento climatico". So che oggi non va molto di moda, ma prima di intavolare una discussione su un problema globale, bisogna studiarlo, analizzarlo e in seguito affrontarlo. Se poi sentiamo certi discorsi del presidente Trump (ma anche molti legaioli nostrani) che nega il cambiamento climatico, il lavoro di questa ragazza non è solo utile, ma estremamente necessario.

ugobos 5 anni fa su tio
Risposta a limortaccituoi
necessario sarebbe iniziare progetti sostenibili. non andare a spasso in barca. ozono a 260 e non succede niente è assurdo. mezzi pubblici strapieni e tutti in piedi, case nuove senza pannelli costruite con tecnologie di 30 anni fa. manca totalmente l informazione e la televisione più che far film dove sparano o sport non fanno vedere. quindi è normale che tutto è fermo

ugobos 5 anni fa su tio
Risposta a limortaccituoi
il ticino arriva al 98 % di legaioli? visto l andazzo che ce

sedelin 5 anni fa su tio
Risposta a limortaccituoi
perché lì gli studi sono già stati fatti da esperti, quindi questo team non fa altro che ripetere quanto fatto da altri in precedenza. non nominare il nome del fake president invano! :-)

Lonely Cat 5 anni fa su tio
Risposta a limortaccituoi
Più che negare i cambiamenti climatici, c’è chi li associa all’attività umana e c’è invece chi li accetta come accetta il sorgere e il tramontare del sole. I primi devono essere un po’ megalomani per pensare che l’essere umano possa avere un influsso rilevante sul clima di questo pianeta. I secondi credono invece che i fenomeni naturali e cosmici che influiscono sul clima sovrastino di gran lunga qualsiasi attività umana. Fintanto che la scienza vera, non quella da circo mediatico, non produrrà delle prove in un senso o nell’altro, i primi continueranno ad estorcere con l’inganno i soldi alla gente, accampando teorie basate sul nulla. Insomma, per il momento è di fatto una religione di Stato, che dovrebbe smetterla di definirsi laico.

limortaccituoi 5 anni fa su tio
Risposta a Lonely Cat
La comunità scientifica (quella vera, non quella dei social o dei blog) concorda per il 99% che la causa principale del cambiamento climatico è l'uomo. Le prove ci sono. Poi esiste il popolo del web, che ne sa sempre di più dello scienziato fazioso di turno, secondo cui queste sono tutte fandonia raccontate ieri dalla kasta, oggi da Soros, domani dalla gauche caviar. Mi sta bene tutto, ma se parli di scienza (quella vera), dovresti per lo meno conoscere la posizione che ha su questa faccenda.

limortaccituoi 5 anni fa su tio
Risposta a Lore62
Basta con questa storia complottista della pseudo ecologia. Il problema ecologico, il surriscaldamento, l'inquinamento sono problemi seri. Chi lo nega mente. Il discorso delle tasse è un altro. Il discorso del business un altro ancora. Il compito dei ricercatori è studiare, quello dei politici far fronte a dei problemi, quello degli imprenditori di vendere. Le polemiche attorno a questo articolo sono fastidiose, oltre che totalmente inutili.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a Lore62
Il problema della ''fornace'' che abbiamo sulla testa è che c'è solo una decina di ore al giorno. In inverno ci sono zone che il sole non lo vedono per mesi. Il problema che i maggiori consumi energetici li troviamo proprio in inverno per scaldare le case e di notte per illuminarle. Quindi basandoci sul sole avremmo delle mancanze non indifferenti nei momenti di maggior bisogno.¶ Mi dirai che ci sono le batterie per ovviare a questo problema. Il fatto è che durano poco, io al monte ho un pannello e le batterie e circa ogni 5-7 anni vanno cambiate perché non più funzionanti. Pensa te doverlo fare per tutti gli svizzeri, non sarebbe una mazzata sulle ginocchia? Io sono per le energie rinnovabili ma bisogna trovare entro il breve termine un nuovo sistema di immagazzinamento energetico. Io non sono contro quei scienziati che rifanno gli studi già fatti, ma sarebbero meglio impiegati nel settore energetico dove farebbero veramente la differenza.

Lore62 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
...come già scritto parecchie volte...ci sono molti sistemi di accumulo che neanche immagini....comunque per quanto riguarda lo stoccaggio dell’energia sta di fatto crescendo di pari passo con lo sviluppo del mercato delle rinnovabili, in futuro sarà necessario avere un mix di tecnologie destinate a gestire lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta. A tal fine, i sistemi di pompaggio idroelettrico continueranno a fare la parte del leone in termini di capacità installata, ma anche diverse tipologie di sistemi di accumulo stazionari (a sali sfusi ecc...) diventeranno significativamente importanti nell’intero sistema. Il successo delle batterie dipenderà in grande misura dalla riduzione dei costi delle tecnologie, prevista per i prossimi anni, inoltre a partire dal 2020 le tecnologie di accumulo che sfruttano l’idrogeno potrebbero sostituire i sistemi meno redditizi come sistemi ad aria compressa e perfino quelli di pompaggio idroelettrico. La tecnologia a idrogeno può infatti garantire elevata flessibilità, stoccare una grande quantità di energia con livelli di efficienza particolarmente elevati, garantendo l'approvvigionamento continuo... Pensa che l'evoluzione nella batteria è rimasta ferma al palo fino a una 20ina d'anni fa! Siamo ancora in giro con quelle al piombo! Se da allora si puntava sugli accumulatori a quest'ora avevamo una bomba di energia in un decimetro cubo....

Lore62 5 anni fa su tio
Risposta a limortaccituoi
Certo come no! Intanto la volontà preponderante della nostra grande civiltà, è farti consumare di più! Altro che risolvere i problemi! Perfino un malato di mente ha inventato l'obsolescenza programmata, e nessuno ha detto niente! Nemmeno a rinchiuderlo in un manicomio... Il problema riscaldamento è ciclico nei millenni, certo oggi ce la mettiamo tutta per dargli una mano! Guarda che basta un supervulcano come quello di Yellowstone (che sembra in procinto di esplodere), per tornare ad una piccola era glaciale con tutte le conseguenze del caso, pensa, forse anche noi se non ci estinguiamo, torneremo all'età della pietra! XD

ugobos 5 anni fa su tio
Risposta a Lore62
infatti mettono tasse per pagare gente in uffici a fare cretinate e crear problemi. e solo una minima parte arriva a chi fa i pannelli per esempio. miliardi bloccati a berna roba da matti

Bandito976 5 anni fa su tio
Non c'é bisogno di andare in norvegia per accorgersi dei cambiamenti climatici. I ghiacciai li abbiamo anche in svizzera! Prima di pensare a casa di altri, pensate alla propria.

ugobos 5 anni fa su tio
in più creano altro inquinamento con ste spedizioni

ugobos 5 anni fa su tio
ok capito che si ritirano i ghiacciai ma sarebbe bello che proponete delle soluzioni. ci sono le votazionei l anno prossimo. crea un partito che porta avanti progetti sostenibili e vedrai che molti ti sosterrano. i Verdi sono un disastro totale. loro criticano e gli piace far divieti. più in la non riescono ad arrivare.

sedelin 5 anni fa su tio
senza questa giovane sorridente non avremmo saputo del cambiamento climatico anche in groenlandia... ma perché si intraprendono progetti inutili invece di usare le forze per aiutare chi ha bisogno?

limortaccituoi 5 anni fa su tio
Risposta a sedelin
Anche io mi chiedo perché sprecano i soldi per mandare le sonde su marte quando potrebbero sfamare migliaia di senzatetto.

Equalizer 5 anni fa su tio
Se la Groenlandia i danesi mille anni fa la chiamarono Groenland, Terra verde, un motivo ci sarà stato, e sicuramente non fu perché era ricoperta di ghiaccio. Resto dell'idea che i parametri usati oggi sono su di una scala temporale troppo ristretta, a questo aggiungiamo che ormai anche la ricerca deve originare clicks, ed il piatto è servito.

pontsort 5 anni fa su tio
Risposta a Equalizer
C'é anche la versione che il nome sia stato dato per attirare colonizzatori che sarebbero stati piu attratti da un nome come terra verde.
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