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CANTONETroppo lavoro e troppa tecnologia: siamo malati di sonno

27.07.18 - 08:15
Quasi 1'500 visite nel 2017 al Centro specializzato di Lugano. Cinque volte di più rispetto a dieci anni fa. L’esperto: «Via i cellulari dalle camere da letto»
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Troppo lavoro e troppa tecnologia: siamo malati di sonno
Quasi 1'500 visite nel 2017 al Centro specializzato di Lugano. Cinque volte di più rispetto a dieci anni fa. L’esperto: «Via i cellulari dalle camere da letto»

Questione di sonno

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

LUGANO – Quasi 1'500 visite nel 2017 per il Centro del sonno di Lugano (EOC). Una cifra quintuplicata rispetto a dieci anni fa. Siamo malati di sonno. Lo dicono le statistiche nude e crude. «Dormiamo sempre meno – sostiene il dottor Mauro Manconi, responsabile del centro e professore di neurologia all’Università di Berna – negli ultimi trent'anni abbiamo perso quasi quaranta minuti di sonno a notte».

Una società basata sul profitto – Sono oltre ottanta i disturbi del sonno esistenti. Alcuni sono in aumento. Tra questi, c’è il disturbo da privazione cronica del sonno, che causa grossi problemi di stanchezza e di sonnolenza durante il giorno. «È riconducibile a situazioni di natura comportamentale e culturale – spiega l’esperto – la nostra è sempre più una società basata sul profitto, sul lavoro, sull’essere attivi 24 ore su 24. Per cui, per alcuni dormire può risultare una perdita di tempo».

Il manager che si vanta – Manconi ricorre a un esempio concreto. «Quello del manager che dorme quattro-cinque ore a notte. E se ne vanta pure. A lungo andare, questo stile di vita può causare gravi problemi internistici, rischi di natura cardiovascolare, ipertensione, diabete. Senza contare i deficit di natura cognitiva nell’immediato. Non dimentichiamo che un terzo degli incidenti mortali alla guida sono dovuti a problemi di sonno e alla relativa mancanza di lucidità».

Boom dell’elettronica – E c’è un altro disturbo in rapida espansione. Quello legato al boom dell’elettronica. «È la tecno-insonnia, dovuta a un utilizzo esagerato dei dispositivi elettronici nelle ore serali o notturne. La luce emanata da questi schermi di base attiva il nostro cervello. In più i nuovi strumenti che abbiamo a disposizione, come i social network o Whatsapp, o peggio ancora i videogames, ci richiedono una partecipazione attiva costante».

Sempre connessi – Il trend, in prospettiva, può risultare preoccupante. «In molta gente c’è chiaramente un desiderio di rimanere online. Di essere sempre informati e aggiornati. Se arriva un messaggino sul telefono all'una di notte, per tanti è difficile non andare a leggerlo. Il nostro consiglio? Non fare entrare gli oggetti elettronici nella stanza da letto».

Il letto in ufficio – Spesso i malati di privazione cronica del sonno necessitano di una terapia cognitivo comportamentale, in cui lo specialista, incontro dopo incontro, fissa gli obiettivi da raggiungere col paziente. A volte si va addirittura oltre. «Prendiamo l’esempio di personaggi pieni di impegni. Tendono a riempire le ore serali di attività ludiche, proprio per smaltire lo stress del giorno. E così a risentirne è la quantità di sonno. In alcuni casi, in cui risultava difficile ampliare il sonno notturno, abbiamo consigliato loro di creare una camera del sonno sul posto di lavoro, in modo da potere riposare indisturbati almeno mezzora tutti i giorni dopo pranzo».

Manca la prevenzione – Secondo l’esperto, tuttavia, mancherebbe un piano di prevenzione sociale che possa sensibilizzare l’opinione pubblica a partire dai giovani. «Incontriamo spesso adolescenti che bevono elevate quantità di energy drink contenenti taurina. Questi ragazzi non hanno alcuna informazione su cosa può causare nel loro organismo una sostanza del genere. Il fatto è che i problemi del sonno sono ancora troppo poco trattati in termini educativi. Se ne parla ancora troppo poco, anche a livello istituzionale. Forse perché si tratta di disagi relativamente nuovi. È una lacuna che andrebbe colmata».

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COMMENTI
 

twiceaday 5 anni fa su tio
"Mi ripromettevo di andare in quella città del sud (della Svizzera) di cui, in paese, si diceva: "Laggiu si che c'è gente! Pensate! Quelli non dormono!" "E perché non dormono?" " Perché non si stancano" "E come fanno a non stancarsi?" "Perché son folli" "E chi ha la follia non si stanca?" "Come potrebbero stancarsi i folli?"

Equalizer 5 anni fa su tio
@Andrea Weber ..e di chi ti impone di usarla!

Bandito976 5 anni fa su tio
Una volta la gente aveva la zappa in mano oggi il cellulare. Troppe comoditá! Basta avere i soldi e non si fa' fatica.

curzio 5 anni fa su tio
Risposta a Bandito976
Una volta si moriva per una banale infezione. Una volta la mortalità infantile era alle stelle. Una volta la speranza di vita era attorno ai 40 anni. Una volta poche persone avevano accesso ad una rudimentale medicina. Una volta era tutto meglio, i vecchi bei tempi!

Tenderloin 5 anni fa su tio
Dormendo solo 5-6 ore durante la notte al pomeriggio cerco sempre di riposare almeno un oretta subito appena arrivo a casa dopo il lavoro. Questo mi permette anche di essere di nuovo in forma anche la sera dopo cena.
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