Gli episodi che hanno portato al blocco totale delle vendite degli appartamenti del Delta Resort. Il legale: «Un comportamento intollerabile». Il Municipio respinge le accuse
LOCARNO - «Il comportamento delle autorità comunali è intollerabile». Sono le parole dell’avvocato Fulvio Pelli, che stamattina ha aggiornato i media sulla vertenza tra la proprietà del Parkhotel Delta e la Città di Locarno. La vicenda, che riguarda l’ampliamento della struttura con la realizzazione del Delta Resort da 52 appartamenti di proprietà, si trascina dal 2014. Ma la scorsa primavera la situazione «è degenerata» a seguito di due episodi specifici.
L’espulsione coatta - Il primo riguarda una coppia svizzero tedesca che aveva acquistato un appartamento, sapendo comunque di doverlo mettere a disposizione del Parkhotel Delta. La coppia aveva però chiesto al Municipio di domiciliarsi a Locarno. Una richiesta negata, poi finita in Consiglio di Stato. Da qui un’ulteriore mossa da parte dell’Esecutivo comunale: un ordine a carico della coppia di condomini di lasciare l’appartamento, informandoli che «in caso di disobbedienza avrebbe fatto intervenire la polizia per un’espulsione coatta». L’espulsione è ora rinviata all’esito finale della vertenza.
Nuove norme - Negando la richiesta della coppia, il Municipio aveva inoltre comunicato nuove norme in merito all’utilizzo degli appartamenti del Delta Resort. Se in precedenza il periodo massimo di residenza era stato fissato a tre mesi all’anno, di recente l’Esecutivo ha invece parlato di un limite di otto settimane in due periodi diversi (4+4 settimane). Per il resto del tempo, gli spazi dovrebbero essere a disposizione dell’albergo.
Il caso degli inquilini - Anche il secondo episodio riguarda una coppia svizzero tedesca, che si è però trasferita in un appartamento del Delta Resort prendendolo in affitto a tempo indeterminato. Si tratta di due persone che risiedono in Ticino da trent’anni e che hanno chiesto lo spostamento del loro domicilio. Una richiesta negata pure a loro, con la medesima limitazione del periodo di locazione e la minaccia di espulsione coatta da parte della polizia.
«Ci va di mezzo anche l’albergo» - Il caso relativo agli inquilini, ha detto stamani l’avvocato Pelli, «è ancora più scioccante». Infatti, sia il resort sia l’albergo si trovano in zona turistica alberghiera. E la decisione applicata a questa coppia colpirebbe anche l’hotel, che non potrebbe più locare camere e appartamenti suoi (quindi non solo quelli del Delta Resort). E c’è di più: «La decisione contraddice completamente l'atteggiamento da sempre avuto dal Municipio, che vorrebbe che tutti i condomini mettano a disposizione i loro appartamenti dell’albergo per molte settimane ma poi, se come in questo caso lo fanno, vuole espellere i locatori di medio e lungo termine».
La perizia «rifiutata» - Tutta la situazione era già stata oggetto di analisi da parte di Lorenzo Anastasi, che nel 2016 era stato incaricato dal Municipio di Locarno di allestire una perizia. Un documento in cui all’amministrazione comunale era stato consigliato di trovare un compromesso con la proprietà dell’hotel, che aveva già spontaneamente adeguato il regolamento di utilizzo del Delta Resort. E il perito concludeva: «Ritengo che in caso di vertenza giudiziaria abbia maggiori probabilità di successo la tesi dei promotori di attribuire alla licenza del 1. febbraio 2011 il valore di un’autorizzazione per realizzare un complesso residenziale dotato di servizi alberghieri».
Il Municipio respinge le polemiche - «La destinazione alberghiera del comparto in cui sorge il Delta Resort è sempre stata nota. Lo comprova il fatto che la domanda di costruzione è stata inoltrata per Apparthotel e questa destinazione non è mai stata messa in discussione». Lo sostiene l’Esecutivo di Locarno, che in un’odierna presa di posizione respinge le polemiche sollevate dalla proprietà del Parkhotel Delta. E aggiunge: «Inoltre, già prima dell’inizio della costruzione il Municipio ha ribadito ai proprietari che la zona non permette residenza».
La questione del turismo - Il Municipio cittadino risponde anche all’accusa di non essere favorevole all’arrivo di cittadini confederati, facendo in particolare notare che «in città non è ancora stato raggiunto il limite del 20% fissato dalla Lex Weber. Ciò implica che vi è ancora disponibilità per l’assegnazione di residenze secondarie, evidentemente nelle zone ammesse dal piano regolatore». Si tratta pertanto di una vertenza «di carattere prettamente edilizio e non concerne in alcun modo la promozione turistica della regione». Una promozione nella quale la Città di Locarno «è da sempre molto attiva». E l’Esecutivo conclude, ricordando che la questione è nelle mani dei tribunali.