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CANTONEDa industrie e cantieri edili i rischi maggiori per fiumi e torrenti ticinesi

16.07.18 - 10:13
Bilancio 2017 del Nucleo operativo incidenti (NOI): un intervento su due è legato a casi d’inquinamento delle acque di superficie
Fonte NOI
Da industrie e cantieri edili i rischi maggiori per fiumi e torrenti ticinesi
Bilancio 2017 del Nucleo operativo incidenti (NOI): un intervento su due è legato a casi d’inquinamento delle acque di superficie

BELLINZONA - Industrie e cantieri edili sono «tra le maggiori fonti di episodi negativi» per quanto concerne i rischi ambientali. A dirlo è il rapporto d’attività 2017 del Nucleo operativo incidenti (NOI), creato quattro anni fa per volontà del Dipartimento del territorio e di supporto e consulenza agli enti di primo intervento, in particolare i corpi pompieri. Gli interventi del NOI si sono concentrati prevalentemente, nella misura del 45-50%,  nel comparto delle acque superficiali: nel 90 per cento dei casi si è trattato di corsi d’acqua, mentre le sollecitazioni per inquinamento nei laghi restano minoritarie (10%).
Territorio ristretto e attività umane di un certo impatto sono una caratteristica ticinese: «A seguito della pressione alla quale i nostri corsi d’acqua sono quotidianamente sottoposti per il conflitto tra industrializzazione, attività umane e l’esiguo spazio disponibile, il comparto delle acque è risultato essere ancora molto sollecitato» si legge nel comunicato.

Fra i compiti del NOI figura anche la ricerca diretta delle cause di un inquinamento e il supporto tecnico al Ministero Pubblico. Il NOI, precisano i diretti interessati, opera nell’ottica di diminuire progressivamente il numero di casi d’inquinamento per i quali non si è potuto risalire alle cause e che, pertanto, restano impuniti.  In linea generale, conclude il comunicato, «sarà importante proseguire nell’applicazione delle misure preventive avviate in passato ed espressamente mirate a queste due categorie (industrie e cantieri, ndr)».

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