Clienti a caccia di porzioni più abbondanti. Pagate a caro prezzo. Intanto, gli esperti ne sono certi: «In Svizzera le portate, per motivi di salute e per evitare sprechi, saranno sempre più ridotte»
LUGANO – Una porzione abbondante di spaghetti alla chitarra cacio e pepe? Può costarvi cara. Chiedetelo a quel cliente che, recentemente, in un ristorante di Lugano si è visto lievitare il prezzo del piatto in maniera esagerata. Da 22 a 30 franchi. Solo per un paio di forchettate in più.
Il "bis" che sballa lo scontrino – E non si tratta sicuramente di un episodio singolo. Lamentele simili arrivano puntualmente a GastroTicino. In un ristorante di Locarno, tanto per citare un altro esempio il "bis" di risotto ha causato un aumento del costo di ben 9 franchi rispetto ai 19 previsti dal listino.
Quanto contano gli ingredienti – «Sta all'esercente valutare la cosa giusta da fare, a seconda del contesto – afferma Massimo Suter, presidente di GastroTicino –, i prezzi, e gli eventuali aumenti, andrebbero sempre comunque indicati, o espressi a voce. Su qualche grammo di pasta in più si può anche chiudere un occhio. Diverso il discorso, quando in ballo ci sono ingredienti particolari e costosi. In quel caso, una maggiorazione del prezzo di quattro-cinque franchi è comprensibile».
La voce della politica – Ma c'è un altro aspetto da non sottovalutare. Le porzioni dei piatti serviti nei ristoranti della Svizzera italiana sono sempre più piccole. Secondo Suter siamo di fronte a una svolta epocale. «Da qualche anno a questa parte – sottolinea – la politica ci chiede di fare porzioni più ridotte. E questo sia per ragioni di salute, sia per evitare sprechi».
Cifre da paura – Una richiesta che fa leva sulle cifre. L'Ufficio federale di statistica stima che circa il 10% degli svizzeri è in sovrappeso. L'allarme riguarda, in particolare, i giovani. Secondo l'Ufficio federale dell'ambiente, invece, ogni anno l'industria alimentare elvetica getta al macero circa 365'000 tonnellate di cibo ancora commestibile.
Piccolo è sano – «È una tendenza in atto da qualche tempo – precisa Suter –, non arriveremo alle dimensioni dei piatti della nouvelle cuisine. Però dovremo abituarci a portate sempre più ridotte. Il dibattito è in corso. Ci sono pressioni dall'alto in tal senso. Si vuole che la gente mangi in modo sano e che non sprechi il cibo».