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CANTONECompodino, 30 anni d'illegalità: un record che imbarazza il Governo

05.07.18 - 06:00
Un’interrogazione solleva il problema della mancata vigilanza: «Il Consiglio di Stato rischia il reato di “gestione infedele”». E c’è un precedente sanzionato dal Tribunale federale
Compodino, 30 anni d'illegalità: un record che imbarazza il Governo
Un’interrogazione solleva il problema della mancata vigilanza: «Il Consiglio di Stato rischia il reato di “gestione infedele”». E c’è un precedente sanzionato dal Tribunale federale

BELLINZONA - Dici Compodino e pensi ai rifiuti vegetali, alle puzze (nauseabonde a fasi alterne) e a un’autorità distratta. Distratta perché il prossimo 4 luglio saranno esattamente trent’anni che l’impianto di compostaggio opera in territorio di Locarno senza licenza edilizia. Con l’aggravante di trovarsi in zona agricola e non industriale. Cosa rischia l’organo di vigilanza cantonale, cioè il Governo? Per alcuni di incappare nel reato di “infedeltà nella gestione pubblica” (art. 314 del Codice penale, un reato perseguibile d’ufficio). E il precedente di un municipio argoviese condannato dal Tribunale federale presenta sorprendenti similitudini.

L’anomalia trentennale - Da decenni l’azienda del Piano di Magadino raccoglie e smaltisce gli scarti vegetali in conclamata e tollerata illegalità. Una anomalia rilevata anche dal Tribunale federale che lo scorso ottobre, con una sentenza che ha fatto notizia, aveva escluso la ditta dall’appalto per lo smaltimento del verde del comune di Locarno. La mancanza di una licenza edilizia (revocata nel lontano 4 luglio 1989) è tra i «fatti accertati dai giudici ticinesi, che vincolano anche il Tribunale federale», sottolineano i giudici losannesi motivando l’annullamento della commessa.

La lista degli impianti “riconosciuti” - Un vincolo che però non sembra tale per il Cantone, che infatti mantiene la Compodino nella lista dei tredici, citiamo ancora dalla sentenza del Tf, «impianti di compostaggio attivi e riconosciuti in Ticino, elaborata dal Dipartimento del territorio». Bellinzona evita di parlare di “impianti autorizzati”: le imprese che trattano scarti vegetali, si legge nella risposta del Governo ad un’interrogazione, «non necessitano di autorizzazione cantonale e la loro attività è regolata unicamente dal profilo edilizio». Sebbene l’intenzione, espressa dal Governo, di voler in futuro «imporre l’obbligo di autorizzazione» per questi impianti sottintenda l’esistenza di una falla.

Tolleranza perseguibile? - Ma è proprio su questo punto - la mancanza acclarata di una licenza edilizia - che il Consiglio di Stato rischia grosso per l’affaire Compodino. Almeno secondo la deputata Ppd Sara Beretta Piccoli, che in un’interrogazione appena inoltrata sostiene che «la tolleranza di una situazione illecita potrebbe tradursi nel reato di gestione infedele della cosa pubblica» (articolo 314 del Codice penale). E a sfavore del governo ci sarebbe già una giurisprudenza.

Il precedente - «Sapevano che il terreno non era in zona edificabile» scrive il Tribunale federale in una sentenza del 1985 (DTF 111 IV 83) che condanna i membri di un Municipio del canton Argovia riconosciuti colpevoli del reato di “infedeltà nella gestione pubblica”. Una settimana di detenzione sospesa e multa di 300 franchi al sindaco e al segretario comunale e tre giorni di carcere sospesi agli altri municipali. Queste le condanne per aver autorizzato la costruzione di una villa e una scuderia in zona agricola.

«Sapevano dell’illegalità» - Decisivo nella decisione finale del Tf era stato il fatto che il Municipio fosse consapevole di compiere un’illegalità. Pacifico anche, secondo Losanna, che il vantaggio a una terza persona, ossia quello di «poter costruire in aperta campagna», era dato. Rigettata invece la tesi difensiva secondo cui l’esecutivo da questa licenza edilizia non ne avrebbe tratto personale vantaggio, essendo sufficiente la lesione di interessi ideali. Trent'anni di consapevolezza saranno un alibi o un'aggravante?

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COMMENTI
 

Fran 5 anni fa su tio
Si va be. Tanto il Ferrari se ne frega e si sposta sulla riva del lago a S.Nazzaro , sede SUB. Ah.... se non erro Ferrari ha pure un parente a S.Nazzaro..... per alcuni cmq sia, le Leggi proprio non esistono.

lilo86 5 anni fa su tio
Posso pienamente confermare che dietro tutto questo c’è una ditta che negli ultimi anni ha fatto parlare molto di sé e sui giornali alla sede a Cadenazzo!

SosPettOso 5 anni fa su tio
"...Trent'anni di consapevolezza saranno un alibi o un'aggravante?..." Parlando dell'impianto di trattamento di inerti sito in zona protetta Leggiuna (a Biasca), Zali in un suo intervento a Falò ha detto che dopo 3o anni il proprietario ha dei diritti acquisiti. Lo stesso ragionamento sembra non essere stato valido per il caso analogo del silos Ferrari...

tip75 5 anni fa su tio
mah, ormai i nostri politici hanno dimostrato in lungo ed in largo che nulla li imbarazza...loro sono sempre positivi e sereni

F/A-18 5 anni fa su tio
Tipico comportamento della nostra politica, con qualcuno forti nel far rispettare la legge e inesistente con gli amici e gli amici degli amici, fedasi anche lo scandalo della città dei mestieri, teatrino orchestrato dai nostri granconsiglieri che sembra siano su a Bellinzona per farsi gli affatacci loro con i soldi di tutti.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Ma se le cose sono funzionate bene fino ad oggi perché non gli danno sta benedetta licenza e li lasciano lavorare come prima? Tutti felici e tutti soddisfatti.

lilo86 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Il problema è che la legge ticinese su quanto riguarda lo smaltimento degli rifiuti quindi riciclaggio deve essere eseguita su terreni industriali! Del resto della Svizzera gli scarti vegetali vengono gestiti dalla sezione delle agricolture e vengono create dei centri compostaggio in zone agricole dove non creano nessun problema a nessuno! In Ticino invece come sempre funziona tutto al contrario, Anche se si riesce a ottenere le varie licenze edilizie in zona industriale alla fine i problemi ci saranno sempre vuoi per gli odori vuoi per la polvere vuoi per il traffico qualcosa ci sarà sempre che non va bene

Benji78 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Questa è proprio la mentalità fertile per far proliferare i furbi. L'unico felice sarebbe il signor compodino che la fa franca. A tutti quelli che hanno fatto qualcosa di abusivo, magari molto più piccolo, e hanno pagato credo girerebbero alquanto le scatole.

Benji78 5 anni fa su tio
A volte fare i furbi con la complicità di politici paga. Poi tanto il tempo passa, la gente si dimentica e le cose si sistemano. Senza permessi non si può spostare nemmeno una tegola e poi c'è chi può fondare un'azienda facendo lauti profitti per trent'anni. Ticino all'italiana.

vulpus 5 anni fa su tio
Qualcuno continua a pompare la questione per motivi di concorrenza? Vien da pensare questo alla fine. Le puzze ? si a volte ci sono, ma siamo sicuri che vengono dalla Compodino e non dall'impianto depurazione? Affaire a suivre.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Magari poi la puzza arriva dal collega brozzone descritto nell'altro articolo.

VISIO 5 anni fa su tio
Strategia del "laisser faire"
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