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«Come ho portato alla luce un Giorgio de Chirico»

BALERNA«Come ho portato alla luce un Giorgio de Chirico»

02.07.18 - 15:43
Rimasto nascosto per più di un secolo, "Parigi, 1911" è stato presentato stamattina, ristabilendo l'inizio concettuale della Metafisica
tio.ch/20minuti
«Come ho portato alla luce un Giorgio de Chirico»
Rimasto nascosto per più di un secolo, "Parigi, 1911" è stato presentato stamattina, ristabilendo l'inizio concettuale della Metafisica

BALERNA - È una storia nata da un atto d’amore quella che ha permesso di portare alla luce un dipinto di Giorgio de Chirico fino ad oggi sconosciuto. Protagonista è infatti innanzitutto un collezionista svizzero nato agli inizi del ‘900 che, rimanendo affascinato da un dipinto che rappresenta un tramonto su una campagna di mulini, decide di acquistarlo per regalarlo alla moglie negli Anni ‘80.

Un quadro che apparteneva alla collezione privata di una signora francese, ma il cui autore era sconosciuto. Sul dipinto vi era infatti una semplice firma: “Coral”. Una volta che il collezionista è venuto a mancare - l’anno scorso - la famiglia decide dunque di far restaurare l’opera per riportarla al suo splendore iniziale, riaccendendo il suo cielo terso e ravvivando la sua luce.

Protagonista è però anche la restauratrice, Chiara Colombo, a cui la famiglia affida il dipinto. Lavorandoci, nota in un piccolo punto un minuscolo spazio in cui vi è un colore diverso, una piccola lesione, come se vi fosse qualcosa sotto alla rappresentazione dei mulini. Analizzando ancor meglio la tela, viene inoltre scoperto, sul retro, un timbro che ha permesso di risalire a un negozio di Parigi che forniva le tele agli artisti di inizio '900.

Per fare maggior chiarezza si chiede dunque l’intervento del professor Luigi Soroldoni - ecco un altro protagonista della storia - che procede ad un’analisi diagnostica spettrale e ai raggi X. Risultato: sotto ai mulini c’è un’altro dipinto, una natura morta. E emerge dirompente un’ipotesi: la Metafisica di Giorgio de Chirico.

Oggi il capolavoro è stato svelato al pubblico a Balerna, grazie alla Boga Foundation che ha curato le fasi del restauro. Non solo si tratta di un’opera dell’artista italiano e principale esponente della pittura metafisica, ma rappresenta proprio l’inizio concettuale di questa corrente artistica. “Parigi, 1911” - questo il nome che è stato dato al dipinto - è rimasto nascosto per più di un secolo. Oggi «ha aggiornato le origini della Metafisica».

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