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LUGANO«Il Molino? Mai stato un faro di creatività, ma ora è proprio spento»

02.07.18 - 18:21
Il presidente sezionale del Plr Guido Tognola dà man forte al vicesindaco Bertini: «L’ex Macello darebbe profondità a una città schiacciata sul lago. Io radical chic? Non sono tipo da salotti»
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«Il Molino? Mai stato un faro di creatività, ma ora è proprio spento»
Il presidente sezionale del Plr Guido Tognola dà man forte al vicesindaco Bertini: «L’ex Macello darebbe profondità a una città schiacciata sul lago. Io radical chic? Non sono tipo da salotti»

LUGANO - Sempre più accerchiati gli autogestiti dell’ex Macello tirano fuori le unghie. «Qua siamo e qua resteremo» hanno ribadito in uno scritto che boccia il progetto milionario di riqualifica dell’area studiato dal Municipio, tracciandolo di «ennesimo privilegio culturale d’élite».

Dentro l’Esecutivo uno dei più fermi nel rivendicare la restituzione dello stabile al pubblico è sicuramente il vicesindaco liberale-radicale Michele Bertini. Una visione che… trova sostegno nel nuovo presidente Plr di Lugano, Guido Tognola: «Sull’autogestione - risponde a Tio/20Minuti - ho una posizione personale abbastanza critica e allineata a Bertini. Alla contrapposizione preferisco certo il dialogo, ma...». Ma la stroncatura è netta e, per certi versi, ancora più pesante perché incentrata sui contenuti della proposta dei molinari. Sentiamo Tognola, che è anche vicepresidente di un circolo culturale, il Turba: «Rispetto alle realtà autogestite di Ginevra o Zurigo, che sono sempre state molto creative, trovo che quella del Molino rappresenti un’esperienza che si è seduta su sé stessa. È mancata, secondo me, la capacità di rinnovarsi. L’autogestione a Lugano non è mai stata un faro, ma solo una voce alta. Capace di porsi fuori da toni, ma poco creativa. Un’esperienza che si è esaurita anche dal punto di vista dialettico. Non è innovativa».

I mali del Csoa, secondo il presidente sezionale Plr, sarebbero la «mancanza di dialogo con le autorità, ma anche con il tessuto cittadino. Sorrido leggendo che fanno degli spettacoli gratuiti quando invece c’è quasi sempre un biglietto d’entrata per le loro attività. E i costi mi sembrano tutt’altro che popolari. Accusano gli altri di essere elitari, ma i primi ad esserlo mi sembra siano gli autogestiti». Insomma, se c'era qualche dubbio, il tema non vede contrapposizioni tra falchi e colombe nel Plr cittadino.

L’ex Macello, prosegue Tognola, «è uno degli spazi più belli che abbiamo ancora a Lugano. Uno spazio con cui la città guadagnerebbe in profondità anche dal punto di vista territoriale. È perciò un peccato vederlo così. Nel suo sviluppo odierno la città è molto schiacciata sul lago, dal Ciani al Lac». Una profondità, chiarisce l’imprenditore-politico, «che permetterebbe di valorizzare anche il retroterra cittadino dal punto di vista culturale.

E se dicessero che la sua stroncatura del Molino nasce da una visione radical chic? «Sorrido. Non sono per niente il tipo da salotti» replica Tognola.

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