Cervelli in fuga: la storia del bellinzonese Patrick Balestra, baby-sviluppatore del colosso della musica in streaming. Ora vuole vedere il mondo: «Forse un giorno tornerò»
MONTE CARASSO - Era scritto che Patrick Balestra non sarebbe rimasto a lungo a Monte Carasso e dintorni. Lo avevamo conosciuto a 17 anni, quando tra i banchi della terza liceo progettava app e venne selezionato dai talent scout della Apple per un soggiorno-studio.
A un passo dalla laurea - «Da cosa nasce cosa» diceva allora (finendo sui media di mezza Svizzera). E infatti. Il piccolo genio dei Pc è tornato in Ticino il tempo di finire le scuole, iscriversi all'Usi e frequentare il corso d'informatica con ottimi voti. «Ho consegnato nei giorni scorsi la tesi» racconta soddisfatto, e in tasca ha già un biglietto per Stoccolma.
Diverse offerte di lavoro - Il colosso svedese Spotify ha arruolato nelle scorse settimane il 21enne bellinzonese, prima ancora che si laureasse: inizierà a lavorare da settembre come sviluppatore. Il gigante della musica in streaming, per un giovane amante della tecnologia e dei concerti, è il non plus ultra. «Ho ricevuto altre offerte da aziende con sede a Londra, ma non ho avuto dubbi» racconta. In Svezia gli fanno i ponti d'oro: permessi, alloggio, l'azienda pensa a tutto. Lo stipendio «è in linea con quelli che offre la Svizzera, ma non è il motivo per cui vado via – chiarisce. – Da noi le startup non mancano, ma per crescere nelle grandi aziende l'estero è una scelta obbligata».
Cervelli che vanno e che vengono - La “fuga” dei cervelli ticinesi non è una novità, né una colpa. I neo-laureati che (sempre più numerosi) cercano lavoro fuori Cantone sono al contempo una buona e una cattiva notizia, ma gli esperti non si preoccupano.
«Dobbiamo farli tornare» - «Il Ticino è una terra che produce ma attrae anche molti cervelli da fuori, che sono impiegati per esempio presso l'Idsia, l'IRB e il Centro svizzero di calcolo» commenta Lorenzo Ambrosini della fondazione Agire, l'agenzia del Canton Ticino per l'innovazione. «Certo dobbiamo creare le condizioni perché i nostri talenti decidano di tornare, un giorno». Patrick per ora non promette nulla: pensa a viaggiare, si vede «in giro per il mondo» da grande e non sa dove sarà casa sua. «Difficile trovare un posto più bello del Ticino – ammette. – Chissà».