Il Comune acquista la storica struttura per rilanciarla. Il sindaco Fabrizio Bacciarini: «Vorremmo trasformarla in un centro sociale e dinamico»
BRIONE VERZASCA – A gestirlo, fino a poco più di una ventina di anni fa, erano Flora e Onorina, le sorelle del vescovo Ernesto Togni. Poi, sulla gloriosa trattoria del castello di Brione Verzasca è gradualmente calato l'oblio. Una struttura storica, situata tra antiche mura, che ora potrebbe tornare alla vita. «Sì – conferma il sindaco Fabrizio Bacciarini –. Il Comune ha acquistato la struttura. E abbiamo in mente un progetto per rilanciarla».
La datazione esatta – Alcuni suggestivi dipinti e, soprattutto, quell’aquila in gesso, simbolo dei Marcacci, situata sopra il camino. La trattoria del castello nasconde piccoli tesori appartenenti a un’epoca che non c’è più. Gli esperti dell’Ufficio cantonale dei beni culturali sono ancora al lavoro per datare l’edificio, la cui costruzione si situa ipoteticamente tra il 1600 e il 1700. «La datazione esatta – precisa il sindaco – ci è utile per capire poi che tipo di interventi apportare. Nel frattempo, abbiamo comunque già sistemato l’impianto elettrico e quello di riscaldamento».
Luogo di ritrovo – Le sorelle del vescovo, nel frattempo decedute, coltivavano il desiderio che quella struttura, in qualche modo, mantenesse un ruolo pubblico. L’acquisto da parte delle autorità comunali, sancito nell’agosto 2017, va proprio in questa direzione. «Sicuramente l’idea è quella di trasformarlo in un centro di ritrovo, sociale, dinamico, che possa dare vita alla regione».
Messa in sicurezza – In fondo, quella trattoria era sempre stata un punto di riferimento per residenti e passanti. «Un luogo in cui si vivevano le emozioni del paese. Ora vogliamo rivalorizzarlo sia dal profilo culturale, sia da quello sociale e turistico. Potrebbe rappresentare anche la sede per alcune associazioni della valle. Ci piacerebbe già aprirlo al pubblico, almeno parzialmente, nel giro di un anno. Prima, però, occorre metterlo in sicurezza. Vedremo».