Il camping Yoghi e Bubu è scosso per la violenta lite che ha portato all'arresto di una famiglia jenisch. La gerente: «Un danno per la nostra immagine»
CADENAZZO - «Andate via, qui non c'è niente da vedere». Dopo i fatti di ieri sera, il camping "Yoghi e Bubu" di Cadenazzo si è stretto nel silenzio, come una piccola comunità compatta. Vietato fare domande, vietato persino entrare: lo staff ha minacciato di chiamare la Polizia per allontanare i giornalisti.
«Quanto accaduto è un grande danno d'immagine per la nostra attività» ha commentato la gerente a tio.ch/20minuti, spintonando e non risparmiando il turpiloquio («andate a fa...lo!»), senza dire però una parola sulle dinamiche dell'incidente. Anche gli ospiti della struttura non hanno voglia di parlare: «È successo quel che è successo, basta» commenta un villeggiante. «Non vogliamo pensarci oggi».
A parlare è la roulotte vuota della famiglia friburghese, di etnia jenisch, arrestata ieri dalla polizia. Padre e madre - di 38 e 42 anni - e i due figli - 19 e 17 anni - sono stati fermati per avere aggredito dei vicini di piazzola. Il diverbio sarebbe nato per degli schiamazzi, ma il tasso alcolico ha fatto degenerare in fretta la situazione. Stando a quanto riferisce la RSI la direttrice del campeggio avrebbe chiesto di contenere gli schiamazzi, richiesta che non sarebbe stata gradita dei componenti della famiglia che avrebbero reagito insultandola e alzando le mani sul suo compagno.
Ora sarà l'inchiesta del Ministero Pubblico e del Magistrato dei minorenni a stabilire l'esatta dinamica dell'accaduto. Intanto, al camping le bocche restano cucite.