Il kebab di Molino Nuovo sfruttava una falla nella Legge cantonale sul lavoro, ma l’Ordinanza appena entrata in vigore in Città ha messo tutti a nanna
LUGANO - Dopo mesi di movida notturna finalmente si dorme in via Curti a Lugano. Con le sue 96 ore e 57 minuti d’apertura alla settimana il take away, Kebab “Mesopotamia”, a due passi dall’università, era probabilmente un primatista nel suo genere. Il locale chiudeva infatti tutti i giorni alle 22, ma il venerdì, sabato e domenica la saracinesca a mezzanotte e zero uno veniva rialzata per sfamare fino alle 6 del mattino i clienti della notte. «Sono costretta a dormire coi tappi nelle orecchie» ha raccontato a Tio/20Minuti una persona che abita lì vicino.
Già lo scorso autunno la polizia comunale era intervenuta con un ordine di chiusura per ristabilire la quiete notturna, il gerente aveva garantito che si sarebbe adeguato. Ma poi aveva continuato con gli orari che ancora oggi si trovano online. Stiracchiando la legge come una piadina, il gerente sfruttava il fatto che i “kebabbari” non sottostanno alla Legge sugli esercizi pubblici (dove le aperture sono concesse tra le 5 del mattino e l’una di notte). Per loro vale invece la Legge cantonale sul lavoro, la stessa dei negozi. E qui sta la pecca, perché quest’ultima stabilisce quando devi chiudere, ma non quando puoi aprire. «Queste attività operano in una zona dove la libertà economica consente di sguazzare… per la mancanza di regole» spiega l’avvocato Marco Garbani, consulente legale di GastroTicino.
Fino a poche settimane fa, perché almeno a Lugano il problema è stato risolto dalla fresca “Ordinanza municipale sui punti di vendita di cibi da asporto”. L’articolo 4 è planato sul “Mesopotamia”, facendo cessare la babilonia: «I punti vendita di cibi da asporto possono rimanere aperti dalle 7 alle 22» recita la normativa comunale. «Non era l’unico negozio da asporto che creava questo genere di problemi di ordine pubblico» precisano dalla Polizia comunale di Lugano.
Fuori da Lugano potenzialmente il Far West rimane (in attesa della revisione della Legge sugli esercizi pubblici che, a determinate condizioni, vorrebbe includere anche i take away). «Non è questione di aperture selvagge - commenta il presidente di GastroTicino Massimo Suter -, piuttosto questi gerenti massimizzano le possibilità date dalla legge che parifica queste attività ai negozi. Nulla di fuorilegge, ma con la revisione in discussione si cercherà di portare un po’ di ordine». Nel resto del cantone, conclude Suter, il fenomeno riguarda i food truck che si piazzano fuori dalle discoteche.