I numeri degli ultimi anni e la reazione dell’arciprete di Bellinzona: «Il danno è sempre più alto dei pochi franchi che riescono a rubare»
BELLINZONA - «Da noi di recente hanno cercato addirittura di strappare dal muro la cassetta per le offerte». Anche alla Collegiata di Bellinzona, come racconta l’arciprete don Pierangelo Regazzi, si sta sempre in campana. Questo perché negli ultimi mesi, in Ticino, sembra esserci stata una recrudescenza di vandalismi e furti nei luoghi sacri. Tra aprile e maggio sono state prese di mire tre cappelle votive, prima a Melide dove sono state rubate due statue (di cui una poi restituta, l’altra andata in cocci); quindi a Bissone è stato profanato un altare e a Pregassona c’è stato pure un piccolo incendio. Balordi si tende a dire, ma poi ci sono anche furti più studiati come quello avvenuto l’altro giorno, nottetempo, nella chiesa del Sacro Cuore a Lugano, da cui è sparita la statuetta di Maria in fasce. Oggetti di nessun valore artistico, ha spiegato il parroco, ma importante per la devozione popolare.
I furti aumentano? Le statistiche parlano piuttosto di numeri altalenanti. Nei primi mesi del 2018 la Polizia cantonale ha registrato 10 furti (di cui 4 con scasso) nei luoghi religiosi. Lo scorso anno erano stati 26. Mentre il record negativo spetta al 2014 con 39 infrazioni. Per tipologia spiccano i furti con scasso: 21 nel 2014 e 14 nel 2017. Non mancano i furti con destrezza che sono stati 4 nel 2018 e 21 negli ultimi quattro anni. Può rari quelli che la polizia registra come borseggi: solo 2 (ripartiti tra 2014 e 2016).
Poi ci sono i danneggiamenti per vandalismo e qui la lista decisamente più lunga. Nel solo 2017 ne sono stati denunciati 10. Si va dal danneggiamento della porta d’ingresso al campanile di Minusio a quello a una trave di granito a Massagno. Ma sono soprattutto gli sprayer ad accanirsi contro i monumenti religiosi (anche quelli di indubbia qualità artistica come il Santuario della Madonna del Sasso).
Insomma, il rischio di aprire la chiesa il mattino e sgranare gli occhi esiste, come conferma ancora l’arciprete di Bellinzona: «La paura c’è sempre ma finora, cassette dei lumini a parte, furti di tipo sacrilego non ne abbiamo avuti. Certo occorre vigilare anche di giorno quando le chiese aperte e perciò più indifese. Spesso si tratta di poveri disperati, perché è più il danno materiale che quei dieci-venti franchi che riescono a rubare. Da noi, per precauzione, la suora svuota infatti tutti i giorni la cassetta».