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LUGANO«Non mi hanno fatto entrare. Ma non mi arrendo»

24.05.18 - 07:00
Saleban è arrivato dalla Somalia fuggendo alle torture. E ha un sogno (per ora) irrealizzato: iscriversi a una delle università più esclusive in Svizzera
foto Tio.ch/20minuti
Saleban Cabdirisaq con il permesso F davanti alla Franklin
Saleban Cabdirisaq con il permesso F davanti alla Franklin
«Non mi hanno fatto entrare. Ma non mi arrendo»
Saleban è arrivato dalla Somalia fuggendo alle torture. E ha un sogno (per ora) irrealizzato: iscriversi a una delle università più esclusive in Svizzera

LUGANO - Fermo all'ingresso della Franklin University a Sorengo, Saleban guarda nel vuoto. Fissa il cancello del rinomato ateneo che (unico in Svizzera) dal 2016 ha lanciato una borsa di studio per rifugiati. È la soglia del riscatto, per il 24enne somalo: ma non può valicarla. Non è stato ammesso tra i pochi beneficiari – un paio – che ogni anno vengono selezionati per il programma. 

La scommessa di Saleban - «Io non mi arrendo» giura prima di andarsene. «Studierò meglio le lingue, italiano e inglese. I requisiti sono alti: è giusto». L'università privata è frequentata dalla crème internazionale – con rette fino a 60mila franchi l'anno – e, va detto, non si fa carico direttamente della selezione dei rifugiati: i candidati vengono scelti dall'associazione Sos Ticino, che non ha ritenuto idoneo Saleban «per limiti linguistici e per una questione di permessi» spiegano dalla sede di Chiasso.

La fuga dalla violenza - Il 24enne non si è perso d'animo. Invalidato da un grave handicap motorio agli arti – a seguito di violenze e torture subite in patria – è sfuggito alla guerra etnico-religiosa, perdendo il padre e due fratelli. «Nella regione dove vive la mia famiglia, o quello che ne rimane, la faida non risparmia nessuno» racconta in inglese, e mostra sul corpo le cicatrici ricevute. Ne ha dalla testa ai piedi. 

L'odissea non è finita - La guerra civile è in corso dal 1986 in Somalia. Nel 2010, all'apice del conflitto tra il governo e il gruppo jihadista Al-Shabaab, Saleban è scappato dal paese. Ha attraversato il deserto e il Mediterraneo in un viaggio durato due anni. È arrivato in sedia a rotelle a Chiasso (dove vive tuttora) nel 2015: oggi cammina, scrive al Pc, studia da autodidatta. Vive in un appartamento in via Odescalchi a Chiasso, con il sostegno del Soccorso Operaio.

«Studiare è l'unica chance» - Inarrestabile, negli ultimi giorni il 24enne si è auto-candidato alla Franklin contattando più volte i docenti; si è rivolto a diverse associazioni sul territorio «per perfezionare nel frattempo l'italiano» spiega. Dal mese prossimo inizierà uno stage formativo presso la Fondazione Diamante di Chiasso. «Ma l'università resta il mio obiettivo. In Somalia mi sono diplomato come informatico. Ora ho capito che lo studio è l'unica chance per compensare le mie difficoltà fisiche». Probabilmente, alla Franklin sentiranno ancora parlare di lui. 

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