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LUGANO«C’è un gruppo armato che terrorizza la città»

16.05.18 - 13:31
Un manifesto apparso questa mattina alla fermata del bus della Stazione FFS di Lugano prende di mira la polizia ed il Cantone
lettore tio/20minuti
Fermata del bus alla Stazione FFS di Lugano
Fermata del bus alla Stazione FFS di Lugano
«C’è un gruppo armato che terrorizza la città»
Un manifesto apparso questa mattina alla fermata del bus della Stazione FFS di Lugano prende di mira la polizia ed il Cantone

LUGANO - «Attenzione c’è un gruppo armato che terrorizza la città!». L’annuncio, quasi urlato - accompagnato da un segnale di pericolo -, troneggia su un manifesto comparso questa mattina sul vetro della fermata del bus all'esterno della Stazione FFS di Lugano. E non si tratta di un caso unico, ne sono infatti spuntati altri negli scorsi giorni.

«Riconoscerli è molto semplice indossano una divisa blu e girano in auto bianche con una striscia arancione», prosegue l’anonimo autore della locandina che - per i più lenti di comprendonio - allega inoltre un paio di immagini che mostrano due agenti ed un’auto della polizia comunale, per poi passare ad illustrare il “modus operandi” del pericoloso «gruppo armato».

«Molestano e perseguitano chiedendo le generalità», «elemosinano quotidianamente multe» e ancora, rincarando la dose, «sono molto violenti» ed «ottimi sequestratori» viene scritto, prima di assestare il colpo finale direttamente al Cantone, definendoli «scagnozzi della più grande e organizzata cosca mafiosa chiamata STATO».

La condanna di Gobbi - Un “ritratto” - o meglio, una caricatura - che non è affatto piaciuta a Norman Gobbi. Da noi contattato, il Direttore del Dipartimento delle istituzioni (DI) ha «fermamente condannato» il contenuto del manifesto sottolineando la propria gratitudine verso gli agenti che «si impegnano giorno dopo giorno nello svolgere il proprio lavoro - non sempre facile - al servizio della cittadinanza per garantire la sicurezza di tutti».

In particolare, il Direttore del DI ha voluto mettere l’accento sul principio della proporzionalità degli interventi, che è regolarmente richiamato dalla Polizia cantonale attraverso i momenti di dialogo e la formazione degli agenti. «I nostri agenti sono formati anche per valutare quando è il caso di intervenire e in che maniera, a dipendenza della situazione che si trovano ad affrontare», precisa Gobbi ribadendo inoltre che «la loro divisa è un tratto che li distingue, per ricordare a tutti la loro presenza».

Un fattore, quest’ultimo, che proprio negli ultimi giorni - alla luce della strage sventata alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona - ha fatto sentire i propri effetti positivi. «Ho sentito alcuni studenti ed alcuni genitori che mi hanno assicurato che la presenza degli agenti il giorno dopo la notizia, ha contribuito a infondere un senso di sicurezza tale da placare la paura che stava dilagando a scuola», spiega il numero uno del DI, confermando come sia questa «l’immagine della polizia che ci tengo sia diffusa».

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