Cerca e trova immobili

LUGANONiente da fare, il Mat se ne va: «Ma la petizione continua»

16.05.18 - 06:39
Il Movimento artistico ticinese dovrà cambiare sede, nonostante le 3mila firme raccolte. Lo ha comunicato ieri il Municipio all'associazione
Niente da fare, il Mat se ne va: «Ma la petizione continua»
Il Movimento artistico ticinese dovrà cambiare sede, nonostante le 3mila firme raccolte. Lo ha comunicato ieri il Municipio all'associazione

LUGANO - Tutto inutile, o quasi. Il Movimento artistico ticinese (Mat) dovrà lasciare Cornaredo in cerca di una nuova sede, o – a mali estremi – chiudere definitivamente i battenti. Il Municipio di Lugano ha liquidato ieri con una lettera in carta intestata le richieste dell'associazione di salvare la sede del centro artistico luganese, sulle rive del Cassarate. L'area è interessata da un progetto di riqualificazione fluviale che – l'Esecutivo lo ha detto senza giri di parole – non arretrerà di un centimetro. Dopo le iniziali proteste riferite da tio.ch-20minuti, il Mat aveva proposto a marzo un progetto alternativo per salvare “capra e cavoli”: il centro culturale da una parte e la nuova pista ciclabile, il parco fluviale e la piazza sul fiume dall'altra. 

Niente da fare. La risposta del Municipio è arrivata con una busta recapitata ieri all'associazione. «L'esecutivo cittadino, in modo unanime, riadisce in toto quanto già comunicato» si legge nella lettera. Le ragioni di forza maggiore chiamate in causa sono la «pianificazione intercomunale» e il «progetto cantonale di sistemazione idraulica e riqualifica paesaggistica». Ragioni di ferro, per cui viene «rinnovato l'invito a volervi attivare per la ricerca di ubicazioni alternative». 

Sdegnata la reazione della direzione del Mat. «Non una parola sul valore aggiunto del nostro centro per la città, non un cenno su un possibile aiuto per trovare una soluzione alternativa. La cultura non interessa al Comune evidentemente» commenta il direttore Mirko D'Urso, che su Facebook ha colto l'occasione per rilanciare la raccolta firme in difesa del centro. Oltre 3mila le adesioni in una settimana. Ora, anche se le speranze sono finite «la petizione continua» conclude D'Urso. «Quando arriveremo a 5mila firme le consegneremo al Comune. È importante che sappiano quante persone non la pensano come loro». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE