Uno svizzero su due “smanetta” col cellulare quando è al volante. Ma, nel futuro immediato, la situazione è destinata a precipitare. Ecco cosa ne pensano gli esperti
CANTONE – Da una parte le autorità, che puntano sulla sensibilizzazione e ribadiscono di non volere inasprire le multe per chi usa il cellulare al volante. Dall’altra, la tecnologia che avanza. E che trasforma i nuovi modelli di auto in veri e propri computer. In mezzo, mille interrogativi. Che senso ha lanciare campagne soft come la recente “Distratti mai”, quando è la stessa industria automobilistica a stimolare il conducente verso la distrazione? «Di fatto – spiega Benjamin Albertalli, esperto di auto e giornalista automobilistico – il mondo dei motori sta sempre più evolvendo dal profilo tecnologico. Non è più solo il telefonino il problema. I sistemi “touch” si stanno moltiplicando. E le fonti di distrazione, in un certo senso, anche. Molte funzioni svolte dallo smartphone vengono ora integrate nei cosiddetti sistemi di infotainment».
Fuori dal tempo – L’uso del cellulare è tra le prime cause di sinistri stradali, assieme ad alcol e alta velocità. Uno svizzero su due “smanetta” al volante col cellulare. E, stando alle statistiche della polizia cantonale, lo scorso anno, solo in Ticino, sono state comminate ben 4.000 multe per uso del telefonino alla guida. Numeri che fanno paura. Anche al Dipartimento delle istituzioni che, da qualche mese, ha appunto deciso lanciato “Distratti mai”, attraverso spot in radio e sul web. Un tentativo lodevole, ma forse anacronistico, di arginare un fenomeno destinato a esplodere.
Il “touch” che non convince – «Per valutare quanto un sistema di infotainment ci distragga – sostiene Albertalli – bisogna farsi una domanda precisa. Per quanto tempo il nostro sguardo viene distolto dalla strada, e soprattutto quanto il nostro campo visivo si allontana dalla stessa? Volvo, tanto per fare un esempio, ha trasformato quasi tutti i suoi cruscotti in iPad». Niente tasti: anche il climatizzatore è “touch”. «L’unica eccezione è la rotellina per alzare il volume della radio. Come ensemble è poco intuitivo, in quanto occorre azionare lo schermo anche solo per aumentare la temperature dell'aria. Di conseguenza si rischia di passare troppo tempo con gli occhi distolti dalla strada.». Opel punta, invece, su un mix. «Lo schermo “touch” c’è. Ma ci sono anche tasti per scegliere alcune opzioni in maniera più immediata. La trovo una soluzione più equilibrata».
Il comando al centro della plancia – Mentre Range Rover si è dotata di comandi che, a seconda se li sfiori o se li premi, hanno una funzionalità diversa, BMW punta su un comando posto in prossimità della leva del cambio che coordina in maniera funzionale ciò che accade sullo schermo. «La mano, insomma, resta sempre allo stesso posto. E da lì si gestisce tutto, con solo brevi occhiate sullo schermo posto in alto al centro della plancia».
“Virtual Cockpit” – Interessante anche la strategia del gruppo Volkswagen. La scommessa sta nel concetto di “Virtual Cockpit”. «Con un interruttore sul volante ingrandisci e rimpicciolisci i vari menu del sistema, tra cui anche la cartina di navigazione, che appare quindi a fianco della strumentazione. Il campo visivo resta più vicino alla strada. L’unica pecca è legata al fatto che ci vuole un po’ di pratica prima di abituarsi a questo sistema».
Le informazioni proiettate sul vetro – Diverse case automobilistiche stanno introducendo la tecnologia dell’Head Up Display. «È un sistema che ti proietta sul vetro tutte le informazioni. Lo sguardo del conducente resta così sempre rivolto in avanti. Per questo motivo, è il modo più sicuro per verificare le istruzioni della navigazione o consultare la lista delle canzoni. La gestione di tutto il sistema avviene, però, sempre tramite i comandi classici».
Chiedi e ti sarà dato – I comandi vocali avranno sempre più potere. Ad esempio, presso Ford e Porsche. «È possibile con un semplice “ho freddo” alzare la temperatura. E grazie ai servizi online, basta dire “ho voglia di un caffè” e sul tuo monitor compariranno i ristoranti più vicini, con tanto di fotografia e di situazione dei posteggi negli autosili nelle prossimità».
Porte aperte allo smartphone – Prospettive da brivido. Senza contare la potenza degli smartphone che, tramite i sistemi Apple Car Play e Android Auto, saranno sempre più integrati nella vettura. «Grazie al cellulare potrai impostare il navigatore ancora prima di salire in macchina. Sullo schermo del navigatore, appaiono varie applicazioni. Da Whatsapp alla posta elettronica, passando per quelle musicali».
Il dubbio è nel presente – L’industria dei motori sta facendo a gara per proporre le diavolerie tecnologiche più avveniristiche. Tra una decina d’anni robabilmente il conducente sarà abituato a usare questi supporti, che nel frattempo saranno sempre più perfezionati. Il problema, tuttavia, si pone ora. Siamo pronti a tutte queste novità, senza incorrere nel rischio di farci distrarre? Quale incidenza avranno queste nuove fonti di distrazione sul numero di sinistri che si verificheranno nel futuro prossimo sulle strade svizzere?
Sanzioni già severe – «La distrazione alla guida – fa notare Renato Pizolli, portavoce della polizia cantonale ticinese – è un’infrazione che, se rilevata, è punita con sanzioni severe (si può arrivare a 600 franchi di multa o, addirittura, al ritiro della patente). C’è, comunque, da sottolineare come, in molte auto, sono sempre più presenti i controlli vocali che permettono di mantenere gli occhi sulla strada ed entrambe le mani sul volante».
La sicurezza resta la priorità – Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Albertalli. Che aggiunge: «In fondo le case automobilistiche sanno bene che certi dispositivi possono distrarre il conducente. E quindi lavorano sempre di più per migliorare la sicurezza dell’auto in generale. Dobbiamo essere coscienti che oggi quasi tutti hanno il vizio di prendere in mano il cellulare in ogni momento del giorno. Il fatto di fare in modo che le stesse applicazioni del cellulare possano essere visualizzate sullo schermo del cruscotto è già un grande passo avanti. Significa che il telefonino non dovrà più essere preso in mano quando si guida. Non sarà più necessario farlo».
Responsabilizzare, anziché reprimere – Pizolli, infine, spezza una lancia in favore degli spot di sensibilizzazione promossi dalle autorità. E ricorda come la responsabilizzazione dell’utente della strada resti una via, a lungo termine, più pagante rispetto alla repressione. «La prevenzione che viene fatta, non solo dal progetto Strade Sicure o dalla polizia cantonale, ma da tutti i partner impegnati in questo campo, è legata ad un semplice precetto: distratti mai. Quando si guida non ci si distrae e si tiene lo sguardo attento sulla strada».