È partito ieri a Bellinzona il tour ticinese del bus informativo voluto per sensibilizzare la popolazione sul fenomeno
BELLINZONA - La tratta di esseri umani? È un fenomeno che interessa anche la Svizzera, sia come paese di transito che di destinazione: ogni anno le organizzazioni di aiuto identificano e assistono oltre 250 vittime. Per quanto riguarda invece il Ticino, «nel 2017 abbiamo avuto notizia di una decina di casi» ci dice Monica Marcionetti, coordinatrice di MayDay, in occasione dell’arrivo nel nostro cantone del bus informativo in tour dallo scorso ottobre per sensibilizzare la popolazione sul tema.
La prima tappa ha avuto luogo nel weekend a Bellinzona. «Le persone incuriosite non mancavano - afferma la nostra interlocutrice - si trattava di un pubblico molto variegato, da chi il fenomeno già lo conosceva a chi invece era stupito che potesse esistere anche dalle nostre parti». L’obiettivo è dunque di renderlo visibile a tutti, attraverso testimonianze, fotografie e filmati. «Resta comunque un tema abbastanza sconosciuto» spiega Marcionetti, sottolineando che con una maggiore sensibilizzazione, la gente entra in possesso degli strumenti per riconoscere le situazioni ed effettuare delle segnalazioni. Per le vittime dello sfruttamento e della tratta di esseri umani non è infatti facile uscire allo scoperto. «Nella maggior parte dei casi sono vittima di qualcuno di cui si fidavano, pertanto andare a raccontare la propria vicenda a uno sconosciuto è un passo difficile».
Dopo Bellinzona, il bus informativo sarà a in largo Zorzi a Locarno (17 aprile), in piazza Manzoni a Lugano (19 aprile) e in piazza Indipendenza a Chiasso (20 aprile). È prevista una tappa anche alla Scuola specializzata per le professioni sanitarie e sociali con sede a Giubiasco.