L’Associazione delle aziende scrive al Cantone preoccupata per la costruzione di un nuovo centro commerciale che minerebbe la “pax” e la stessa zona di pianificazione
LUGANO - Gli imprenditori del Pian Scairolo, la cui associazione Aip raggruppa le varie anime dalla farmaceutica ai centri commerciali, senza dimenticare garage e artigiani, hanno un diavolo per capello. L’Aip vedeva la luce in fondo al tunnel, ma ora vede solo un grosso tappo costituito dal nuovo centro commerciale che dovrebbe sorgere a Pambio. Nelle scorse settimane gli imprenditori hanno infatti scritto al Dipartimento del territorio e alla Commissione intercomunale per la pianificazione del Pian Scairolo, una sigla lunga quasi come le code che si formano all'imbocco di Pambio.
La medicina amara e i falchi - Il malumore degli imprenditori scaturisce dal fatto che il nuovo progetto potrebbe mandare a monte la zona di pianificazione che è stata elaborata per risolvere il problema del traffico che stava soffocando la zona: «Tutti noi siamo stati in un certo senso vittima del nostro successo» afferma uno di essi. Da lì il lavoro durato un decennio, e in parte inghiottito dagli stessi imprenditori come una medicina amara. Non è stato facile tenere a bada i “falchi” poco propensi alla moratoria edilizia. Ora però una nube si è affacciata a ridosso della zona, ed è costituita dalla costruzione di un discount Aldi e di uno store Tigotà là dove ora sorge il locale a luci rosse Corona. Una domanda edilizia che ha già incamerato un paio di opposizioni, un’interrogazione al Municipio di Lugano e un’interpellanza, appena ieri, della deputata Ppd Sara Beretta Piccoli al Governo. E in aggiunta è stata lanciata all'indirizzo del Municipio la petizione "Basta traffico a Lugano Sud", che ha raccolto finora oltre 700 sostenitori.
«Progetto avulso da ogni logica» - Ora si palesa anche la contrarietà delle aziende che sul Pian Scairolo generano un indotto di centinaia di milioni e danno lavoro a circa cinquemila persone. La “tregua” raggiunta con la promessa di nuove strade, bypass viabilistici e mezzi pubblici, rischia appunto di saltare davanti alla possibilità che le autorità approvino la costruzione di un nuovo grande generatore di traffico, «avulso - scrivono nella loro lettera al ministro Claudio Zali - da ogni logica pianificatoria».
Almeno 2000 auto in più - Il nuovo centro commerciale sorgerebbe infatti in una zona che non è prevista per Grandi generatori di traffico (Ggt). Proprio all’imbocco del Pian Scairolo, che già ora ha esaurito la sua riserva di circa 70mila metri quadrati per i Ggt. Da qui l’immagine del “tappo” usata dagli imprenditori. I quali contestano anche la cifra di 650 movimenti in più al giorno previsti come affluenza dai promotori del progetto. Saranno decisamente molti di più: il nuovo centro commerciale - sostengono - dovrà cagionare almeno 2000 movimenti d’auto al giorno.
Il calcolo degli imprenditori - La stima è contenuta nella lettera al Cantone, e Tio/20Minuti ha verificato le cifre con un professionista del ramo: secondo l’Aic il centro commerciale per funzionare dovrebbe raggiungere una cifra d’affari annua di 10-12 milioni di franchi. Il calcolo porta a oltre duemila movimenti d’auto al giorno. Invece con 650 movimenti, ossia 325 auto tra andata e ritorno che trasportano in media 1,2 clienti, per i 310 giorni d’apertura, si ottiene una massa di 120.900 clienti all’anno. Posta una spesa media di 30 franchi a testa si raggiungerebbero i 3,6 milioni di franchi, ben al di sotto della decina di milioni necessari per funzionare.
La replica dei promotori - Da qui la tesi degli imprenditori che i promotori abbiano sottostimato il dato. Una tesi che questi ultimi respingono fermamente: «Evidentemente sono tutti tecnici - ribatte l’amministratrice della Kastef Sa -. Chiariremo i dubbi in occasione dell’incontro con la popolazione fissato dalla Commissione di quartiere di Pambio per giovedì 19 aprile alle 20.30 nell’ex sala comunale». La battaglia sembra solo all’inizio.