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LUGANOVia Lavizzari 15: un gioiello d'altri tempi sarà demolito

11.04.18 - 09:11
Era una fabbrica di bibite e gazose, ma da oltre trent'anni è la casa e il laboratorio del liutaio Eric Hürlimann. «Sapevo che sarebbe arrivato il momento di traslocare»
Foto Michel Zylberberg
Via Lavizzari 15: un gioiello d'altri tempi sarà demolito
Era una fabbrica di bibite e gazose, ma da oltre trent'anni è la casa e il laboratorio del liutaio Eric Hürlimann. «Sapevo che sarebbe arrivato il momento di traslocare»

LUGANO - Passeggiando lungo via Luigi Lavizzari a Lugano, al civico 15 si trova un piccolo gioiello di un’altra epoca: un ex stabile industriale che fino alla metà dello scorso secolo era sede di una fabbrica di bibite e gazose. E che dal 1982 è invece la casa e il laboratorio di Eric Hürlimann, 68enne liutaio specializzato in chitarre ed ex ciclista. Ma è un gioiello che ha ormai il destino segnato: nel corso di quest’anno sarà demolito per fare posto a una palazzina con tredici appartamenti. La relativa domanda di costruzione è in pubblicazione fino al prossimo 25 aprile. «Con la scomparsa della proprietaria avvenuta diversi anni fa, sapevo che un giorno sarebbe arrivato questo momento» ci racconta con dispiacere Hürlimann, accompagnandoci all’interno della casa testimonianza d’altri tempi.

Il bancone e la scuderia - Un passato che si respira sin dal momento in cui si varca l’ingresso, dove è ancora presente l’antico bancone della fabbrica. «Uno spazio, questo, che qualche mese fa è anche stato utilizzato per le riprese di una scena di una serie televisiva» spiega il liutaio. L’atmosfera mantiene il suo fascino in ogni stanza del piano superiore, come pure nel laboratorio. E all’esterno, sulla corte in ciottolato si affaccia anche uno stabile che un tempo era adibito a scuderia. «Fino negli anni Cinquanta da qui le consegne venivano effettuate con i carretti trainati dai cavalli».

«L’avevo trovata per caso» - Ormai il liutaio Hürlimann risiede in via Luigi Lavizzari da quasi trentasei anni. «All’epoca abitavo in una baracca a Pregassona, dove - lo dice sottovoce - l’affitto era di novanta franchi al mese». La vendita della proprietà lo aveva costretto a cercare una nuova sistemazione. «Questa casa l’avevo trovata un po’ per caso - ricorda - stavo girando in bicicletta, quando mi sono fermato a parlare con una persona che non conoscevo. Casualmente mi dice che dei suoi amici stavano uscendo proprio da questa abitazione. L’affitto era di quattrocento franchi mensili».

Destinazione Capriasca - Ora, con la demolizione in vista, per Hürlimann si prospetta un nuovo trasloco. Un trasloco che questa volta probabilmente lo porterà in Capriasca, nella frazione di Roveredo. «Certo, mi mancherà la convenienza di trovarmi in piena città. E mi mancherà questa casa, che è un gioiello».

Ci sarà un’opposizione? - Nonostante lo stabile abbia una sua storia, sembra che non sarà possibile salvarlo dal suo destino. Non si tratta nemmeno di un edificio protetto, «a differenza del palazzo situato sull’altro lato della strada che era stato disegnato da un architetto fascista» spiega Hürlimann. La domanda di costruzione seguirà dunque il suo iter, anche se non è escluso che nel vicinato possa spuntare almeno un’opposizione.

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COMMENTI
 

pienienkeli 6 anni fa su tio
A Lugano si è proceduto intenzionalmente, con convinzione di fare cosa buona, a demolire le tracce del passato. Forse perché si aveva vergogna di un passato materialmente povero? Che si ammira invece il mondo glamoroso della finanza, dei negozi di lusso, dei palazzi stile Monte Carlo? Il poco di rispetto per edifici antichi che c'è stato, era per costruzioni "importanti" cioè o chiese o ville lussuose. Davanti a abitazioni popolari nessuna considerazione (l'esempio più enorme, la sorte del quartiere Sassello). Davanti a edifici dove si lavorava, neppure. La Filanda. I vari mulini. Le masserie. Spariti senza pietà. È rimasta la Masseria di Cornaredo (grazie a cittadini come Angelo Paparelli). Ed è rimasto il Macello (ma solo perché Giudici e Bignasca temevano che i Molinari avrebbero creato subbuglio! Indirettamente è grazie ai Molinari che quel complesso è stato salvato). Ed era rimasta questa ex-fabbrica di gazzose in Via Lavizzari. È vero, è un rudere. In 50 anni non è stato fatto alcun intervento di manutenzione o miglioria. Ma è l'unico rimasto di quel mondo, quella realtà! In questo senso, a mio avviso meriterebbe essere rispettato - e ricordato, mostrato. Con l'ufficio al pianterreno, con gli sportelli con il vetro smerigliato, con gli spazi di produzione e magazzino. Il cortiletto in ciottoli. L'abitazione al primo piano. I dettagli: i corrimani, i gradini, gli infissi. Sembra essere a Pompei prima del Vesuvio!!! Andate a vedere, siete ancora in tempo, per poter raccontare ai vostri nipoti.

sedelin 6 anni fa su tio
Risposta a pienienkeli
chapeau! purtroppo sembra che nessuno, a parte pochissimi, comprenda il tuo discorso.

samarcanda 6 anni fa su tio
Ma è una costruzione orribile!

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
A me non sembra proprio un gioiello... piuttosto un mezzo rudere che stona con i dintorni...

vulpus 6 anni fa su tio
Se non c'è la volontà politica non si potrà mai fare un discorso di questo genere. E per la modifica del PR è sufficente mettere un blocco edilizio fintanto che viene allestito un inventario di quello che si vorrebbe salvaguardare.Chiaro che poi ci saranno anche dei costi da affrontare.In queste operazioni si fa presto , emotivamente a dire di non abbattere,ma quando poi ci sono i crediti da votare per la messa in pratica, tutti fuggono!

sedelin 6 anni fa su tio
sedelin 7 ore fa su tio @negang @emanuele rossi (non voglio avere fèssbuk): il discorso del piano regolatore non c'entra, se vuoi mantenere una casetta per ristrutturarla non devi cambiare il piano regolatore. poi che la fila sia lunga é vero, ma io in quella fila non metto di certo nicola schoenenberger! pace e sviluppo! p.s. oops questo messaggio NON era una risposta a negang!

Nicklugano 6 anni fa su tio
Accidenti, che gioiello :-)))

negang 6 anni fa su tio
Definirlo gioiello mi sembra un po' esagerato. Non e' nemmeno in buono stato. Certe ville erano si dei gioielli, quelle abbattute in anni non sospetti per far posto ad edifici moderni. Ville bellissime con giardini altrettanto belli. Questo sinceramente non mi sembra cosi. Un edificio moderno, magari in classe A e se anche con un po' di stile non lo vedo cosi' male al posto di questo stabile. Do piena ragione a Frankeat. Ed anche ad albertolupo, non tutto cio' che e' vecchio e' da salvare o fatto bene per definizione. ANche i pavimenti interni che si intravvedono .. .direi roba da Brico anni 20 del secolo scorso ( anche se non esistevano ) .. nulla di straordianrio.

sedelin 6 anni fa su tio
Risposta a negang
@emanuele rossi (non voglio avere fèssbuk): il discorso del piano regolatore non c'entra, se vuoi mantenere una casetta per ristrutturarla non devi cambiare il piano regolatore. poi che la fila sia lunga é vero, ma io in quella fila non metto di certo nicola schoenenberger! pace e sviluppo!

sedelin 6 anni fa su tio
una casetta così con un giardino in pieno centro é sì un gioiello!

F.Netri 6 anni fa su tio
Risposta a sedelin
Compratelo!

1303 6 anni fa su tio
E avanti, lo scempio continua. Palazzi su palazzi che per la maggior parte rimarranno sfitti. Che resch

roma 6 anni fa su tio
...ma si, distruggiamo tutto che tanto...va di moda

vigilante 6 anni fa su tio
beh chiaro, è un "gioiello" rispetto alle schifezze di costruzione più recente tipiche svizzere, cubi anonimi senza un minimo di stile o armonia con il terrotorio... in Italia sarebbe solo un vecchio casolare qualunque.. ma che in ogni caso verrebbe ristrutturato piuttosto che abbattuto. Qua invece basta costruire.. costruire.. da qualche parte vanno "lavati" certi soldi no?! Non è un segreto. E non parlate di "investimenti", perchè ormai c'è mezza Lugano sfitta di palazzi nuovi e vuoti (e grazie, coi prezzi a cui affittano gli appartamenti di "alto standing"...). Buon per noi gente normale, fra 10 anni i prezzi dovranno calare drasticamente a magari potremo quasi.. forse.. permetterci di acquistare una casa...

Frankeat 6 anni fa su tio
Dalla foto mi sembra tutto tranne che un gioiello.

rojo22 6 anni fa su tio
Peccato. Speravo che Lugano volesse conservare gli ultimi residui di memoria di quello che fu decenni fa. Speravo che l’assenza dell’architetto dall’esecutivo portasse a maggiore riguardo verso questi aspetti del passato. Purtroppo, aver cambiato la guida dell’esecutivo non è servito. Il nuovo non brilla per lungimiranza, ma muta come il vento. Addio Lugano bella.
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