Accusato di allontanare gli eventi dal cuore della città, lo storico esercente Guido Sassi rinvia la “sassata” al mittente
LUGANO - Cadono come foglie gli eventi che in passato si tenevano nel cuore della Città e c’è chi, come Davide Giampani, in passato candidato Ppd al Consiglio comunale di Lugano, lancia l’accusa: Piazza della Riforma si è trasformata in Piazza Sassi.
Lui, Guido Sassi, storico gerente dell’Olimpia e del Sass Café, rimanda la pietra al mittente: «Ma quale padrone della piazza! Qui qualcuno è fuori di melone! Non sono il padrone di Piazza Riforma che è pubblica e le decisioni le prende il Municipio e gli enti preposti. Non è Guido Sassi che decide».
Voi, come esercenti, non avete dunque mai fatto pressioni sul Municipio per allontanare appuntamenti dalla piazza?
«No, il mercato è ormai stato spostato nel secolo scorso, ma non per volontà degli esercenti. È stato il Municipio che ha preso la decisione, non certo io. Che sia ben chiaro».
Altri eventi gastronomici, come lo Streetfood, a voi danno fastidio?
«Guardi, non lo dico io, ma prendiamo Piazza San Marco a Venezia, o altri luoghi turistici, vediamo che è vietato mangiare un panino. Delle regole devono esserci, ma è la Città e non sono io a farle. La stessa decisione per lo Streetfood è stata presa con gli organizzatori, non con Guido Sassi. In Piazza Riforma non si poteva fare in ogni caso perché era già allestita per la Pasqua coi mercatini. Altroché deserta».
Quindi nessuna pressione da parte sua?
«Participo alle riunioni dei commerciati, alle conferenze stampa. Non posso dire la mia? Sono l’unico esercente ticinese che fa ancora l’esercente con un volto e un nome. Ci metto la faccia ma non per vietare, anzi. La mia storia dimostra il contrario».
La presenza di Estival Jazz le dà fastidio?
«Ma di cosa stiamo parlando? Fastidio cosa? Sono 40 anni che lavoro in Piazza Riforma. Ho ospitato tutti gli artisti possibili. Ho creato il palco per far star meglio le persone. E sempre in centro ho promosso le casette di Natale. Di cui mi ritengo l’artefice».