Un ex dipendente vuota il sacco e denuncia “ritmi forsennati di lavoro”. L’OCST: «In Ticino esistono leggi precise»
LUGANO - Il controllo dell'Ispettorato del lavoro di ieri, presso la sede di Philipp Plein, non è un caso isolato. Ad affermarlo è il sindacato OCST. «Alcuni controlli sono partiti proprio in seguito a nostre segnalazioni - ammette il sindacalista Alberto Trevisan -. D'altra parte, chiunque passa di notte può vedere che c'è spesso gente che lavora», aggiunge.
Se non entra nel merito dell'intervento dell'Ispettorato, il sindacalista, invece, non si risparmia quando si tratta di parlare delle diverse segnalazioni ricevute da dipendenti dello stilista. «Da quello che sappiamo noi, oltre a straordinari non pagati e lavoro notturno non vengono rispettate le ore di riposo».
Sulle critiche dello stilista circa la poca flessibiltà quindi aggiunge: «Quattro anni fa, quando ha scelto di venire in Ticino, non si è informato sulle leggi in vigore? Offriamo sicuramente grossi vantaggi fiscali, ma vi sono restrizioni su altri campi». Il sindacato non si chiude però a riccio: «Piuttosto, ha delle necessità particolari? Discutiamo, facciamole presenti e vediamo di venirci incontro. Ma sempre tutelando i dipendenti. Esistono deroghe sia per i weekend che per i notturni. Ma se la sua filosofia è "produco, fatturo e non mi dovete controllare", non ci siamo».
L'ex dipendente: «Oggi con Lady Gaga, domani licenziato» - A confermare una filosofia del lavoro non proprio convenzionale presso la ditta di Plein arriva anche la testimonianza di un ex impiegato: «Lavorare da lui è come stare sulle montagne russe. Oggi sei a tavola con Lady Gaga, domani sei licenziato. I ritmi erano forsennati, si lavorava anche fino alle 4 di notte. Lui fissava riunioni fuori dagli orari di lavoro e se non c'eri eri fuori. Vuoi tornare a casa perché hai famiglia? Sei fuori. Se non sei flessibile te ne vai. Quello è il suo impero, il suo regno. Ti fissa un appuntamento e ti fa aspettare ore. Forse crede che con i soldi può fare quello che vuole...».
Rizzi: «Interessi non sempre conciliabili» -Anche il direttore della Divisione dell'economia, Stefano Rizzi ha voluto esprimersi al riguardo: «Sul fronte dello sviluppo economico siamo molto attivi a favore dello sviluppo del settore della moda (vedi diverse attività promosse dal DFE). Nel caso concreto - aggiunge - non posso divulgare informazioni relative a inchieste presenti o passate».
Rizzi sottolinea la necessità di conciliare interessi economici e del lavoratore: «Dobbiamo sempre sostenere gli obiettivi di sviluppo economico e promuovere il rispetto dei diritti dei lavoratori previsti dalla Legge federale sul lavoro. Anche in questo contesto gli interessi tra i rappresentanti dell’economia e dei sindacati non sono sempre facilmente conciliabili».
Quindi entra nel merito di quella flessibilità richiesta dalla ditta di moda: «Secondo la legge federale sul lavoro, il lavoro notturno (dalle 23 alle 6) è vietato per motivi di salute dei lavoratori. Le deroghe al divieto del lavoro notturno esistono, ma sono eccezionali e soggette ad autorizzazione. Qualsiasi lavoro notturno richiede in ogni caso il consenso esplicito del lavoratore interessato».
Queste deroghe, inoltre possono essere richieste solo in presenza di un “urgente bisogno”, «quando l’espletamento di un lavoro non può essere differito».
Esempi:
- per l'impossibilità di recuperare entro un termine utile i ritardi della produzione legati, segnatamente dovuti a guasti agli impianti di produzione o alle macchine, al rinnovo di tali impianti o a interruzioni dell’approvvigionamento con energia, materie prime o semilavorati.
- per l'impossibilità, per motivi di sicurezza, di procedere durante il giorno a lavori quali la pulizia degli impianti di ventilazione e di climatizzazione o il controllo e la revisione di impianti di sicurezza (mantenimento dell’esercizio, presenza di lavoratori e clienti).
- vi potrebbe essere urgente bisogno anche in particolari e saltuarie circostanze secondo le quali un cliente chiede l’esecuzione di una commessa supplementare importante entro termini brevi e l’azienda non è in grado con i mezzi di cui dispone abitualmente di farvi fronte parallelamente alla produzione normale rischiando così di perdere il cliente in caso di rifiuto della commessa.
In ogni caso è indispensabile presentare tempestivamente una richiesta di autorizzazione seguendo le indicazioni sul sito
https://www4.ti.ch/dfe/de/uil/legge-lavoro/domanda-permessi- di-lavoro/