Ritrovato in stato confusionale dopo il licenziamento, un ex dipendente cita in giudizio l'istituto. Il caso potrebbe fare scuola
LUGANO - Il 20 giugno 2017 è stata una giornata nera – in un anno nero di per sé, per la piazza finanziaria. Un dipendente della Corner Banca è letteralmente scomparso nel nulla a seguito di un colloquio con un superiore. Dopo aver lasciato gli uffici di Pregassona, il 58enne non si è presentato a casa: nelle ore successive la moglie, alcuni colleghi e dirigenti si sono attivati in ricerche protrattesi (invano) fino a notte fonda. I famigliari hanno contattato la polizia quando hanno saputo dalla banca – in serata – che il giorno stesso all'uomo era stato comunicato il licenziamento, e poteva «aver compiuto un gesto estremo».
Settore in affanno - È una storia non comune, ma nemmeno così rara nella Piazza in crisi. Nel 2016 sono stati 296 i posti di lavoro persi dal settore bancario in Ticino. Il bilancio dell'anno scorso – i dati arriveranno a giorni – non è più roseo. Per numero e modalità, i licenziamenti hanno attirato l'attenzione dell'Asib (l'associazione impiegati di banca) che si è detta «preoccupata in particolar modo per la situazione degli impiegati over 50».
Il ritrovamento, e la causa - Il mattino seguente, per fortuna, il 58enne è stato trovato vivo – in stato confusionale – in un parco del Luganese: a oggi non ricorda nulla di quella notte. Ma ha fatto causa alla banca per licenziamento abusivo e discriminatorio, chiamando come teste i vertici stessi dell'istituto. «No comment» dall'avvocato dell'ex dipendente, Antonio Trifone, mentre Corner conferma che «è in corso una causa in cui esporremo la nostra posizione rimettendoci alla decisione del giudice».
Corner risponde - L'uomo, prossimo alla pensione e “importato” in Corner da un'altra banca solo un anno prima (con know how e pacchetto clienti) vantava buone performance, e non è un caso unico. L'istituto conferma che, come riferito settimana scorsa da tio.ch/20minuti, nel 2017 una ventina di dipendenti sono stati lasciati a casa (o “dimissionati”) per un totale di 36 uscite pensionamenti compresi. «Nel complesso abbiamo però assunto 50 nuove persone, creando quindi 14 nuovi posti di lavoro» precisa la portavoce Anna Russo.
«Alcuni istituti più sensibili» - Resta il nodo dei dipendenti “anziani”, e delle tutele in caso di licenziamento. «Con alcuni istituti abbiamo fatto passi avanti, con altri meno» spiega la segretaria dell'Asib Natalia Ferrara. «Il codice delle obbligazioni non prevede misure particolari, è vero, ma il Tribunale federale ha una prassi consolidata. Come associazione facciamo valere questi aspetti, in genere con successo. Continueremo a insistere» conclude Ferrara: «Un mercato del lavoro che rinuncia a chi ha più anni - e dunque più esperienza - non può essere considerato né sano, né tantomeno svizzero, ossia rispettoso di quel patto intergenerazionale che in più ambiti ci rende grandi».