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CANTONEIn 5'000 per far restare Bewar: «Qui ho realizzato il mio sogno»

13.03.18 - 17:05
A dieci anni dal suo arrivo nel nostro paese, il trentunenne curdo iracheno rischia il rimpatrio. Oggi sono state consegnate le firme per appoggiare la sua causa
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In 5'000 per far restare Bewar: «Qui ho realizzato il mio sogno»
A dieci anni dal suo arrivo nel nostro paese, il trentunenne curdo iracheno rischia il rimpatrio. Oggi sono state consegnate le firme per appoggiare la sua causa

BELLINZONA - «Nella sfortuna di dover fuggire dal mio paese, ho avuto la fortuna di trovare tutta la mia vita qua in Svizzera». Sono le parole di Bewar Omar, trentunenne che dieci anni fa ha dovuto lasciare l’Iraq a seguito dell’uccisione del fratello accusato di tradimento. Di recente si visto negare il permesso di dimora e rischia il rimpatrio. Quasi cinquemila cittadini (4'644, per la precisione) chiedono però che possa restare. Le loro firme, raccolte in poco più di due settimane, sono state consegnate poco fa alle autorità cantonali, direttamente nella mani del presidente del Gran Consiglio Walter Gianora.

Al suo arrivo in Ticino, Bewar si era subito dato da fare per poter essere economicamente indipendente. «Ho fatto un corso di italiano durato nove mesi e poi ho intrapreso la strada che mi ha permesso di realizzare il mio sogno di diventare parrucchiere». Un apprendistato terminato con ottimi risultati. Negli ultimi otto anni ha quindi lavorato al Salone Fantasy di Bellinzona. «All’epoca ero entrato nel negozio per chiedere se cercavano qualcuno e ho avuto fortuna» ci racconta. E aggiunge: «Non volevo stare a casa a fare nulla».

All’inizio dello scorso mese Bewar ha tuttavia dovuto smettere di lavorare, sempre a causa del permesso di dimora negato. «Senza impiego, non ho la possibilità di mantenermi. E chissà dove andrò a finire se dovrò lasciare anche l’appartamento». Ecco dunque che le colleghe parrucchiere si sono mobilitate, lanciando un appello alla gente: «Il suo allontanamento - scrivevano online - non solo sarebbe deleterio per lui, vista la situazione attuale nel suo paese, ma danneggerebbe anche noi, la nostra amicizia e le nostre relazioni personali». E parlavano di un Bewar di cui apprezzano «la sua integrità, il suo rispetto, il suo impegno e la sua capacità di integrarsi, intessendo relazioni sentimentali e di amicizia solide».

Ora la causa del trentunenne curdo iracheno ha ottenuto il sostegno, appunto, di quasi cinquemila cittadini. «Per me è davvero una sorpresa, è un appoggio che non mi aspettavo» ci dice, con la speranza che la voce dei cittadini possa garantirgli un futuro in Ticino.

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