La frase «Facciamo che i Goebbels non abbiano ragione» ha creato un putiferio. Poggi inveisce: «Attacca i sostenitori di "No Billag". Ceschi puntualizza: «Non c'entra nulla. Ho risposto a un utente»
BELLINZONA - La polemica ha inizio con un post pubblicato su Facebook da Reto Ceschi. Rispondendo a un altro utente il responsabile dell'informazione alla Rsi aveva infatti scritto: «Facciamo che i Goebbels non abbiano ragione».
Una frase che ha lasciato «basito» e ha «profondamente offeso» Donatello Poggi, il quale - con una nota inviata in redazione - ha fatto sapere di aver presentato un reclamo al Consiglio svizzero della stampa, ipotizzando un collegamento tra quanto scritto da Ceschi e la prossima votazione in merito a "No Billag". «Siamo in piena campagna e il signore in questione non può e non deve permettersi di paragonare a “dei Goebbels” (il riferimento è perfettamente intuibile, anche se non esplicito) coloro che sostengono l’iniziativa con vari contributi, scritti e non», attacca Poggi.
Presunto collegamento che è però prontamente stato rispedito al mittente dallo stesso Ceschi sempre su Facebook. «Il signore cita ciò che diceva effettivamente Goebbels» - spiega Ceschi. «Io ho solo aggiunto “facciamo che i Goebbels non abbiamo ragione”». Il responsabile dell'informazione fa poi capire che le sue parole sono state strumentalizzate e distorte. «Alcuni sostenitori dell’iniziativa No Billag cominciano a scrivere che io li ho paragonati al ministro della propaganda nazista. Così vanno le cose».
Poi conclude con un appunto rivolto a Poggi. «Era in vacanza e quindi non poteva sapere tutto...».