Molti studenti passano direttamente dai tendoni del Rabadan ai banchi per un venerdì di lezioni, senza dormire. E gli istituti provvedono
BELLINZONA - A Carnevale vale anche presentarsi in classe con i postumi di una sbronza, travestiti da gorilla o Ape Maya, e appisolarsi sui banchi di scuola per riprendersi dalla nottata insonne? La risposta è sì. Questa mattina – unico giorno di lezioni durante il Rabadan – i docenti di Bellinzona sanno che si troveranno davanti «studenti stanchi e sonnolenti» e in buona parte mascherati. Un problema che tocca, in realtà, le scuole superiori di tutto il Ticino.
Attenti alle prove scritte - «Gli studenti effettivamente durante il carnevale hanno il permesso di presentarsi in maschera a lezione, ma dovrebbero garantire l'impegno necessario. I docenti hanno la facoltà di programmare prove scritte e interrogazioni, se vogliono» spiega il direttore del liceo di Bellinzona Omar Gianora.
Calo dell'attenzione - Le disposizioni del Cantone dicono che l'attività didattica deve svolgersi regolarmente. Ma come vengono applicate dalle scuole? Al Liceo Lugano 1 i docenti «vengono invitati a svolgere attività più leggere, come del resto anche il lunedì mattina o il venerdì pomeriggio» spiega il vicedirettore Francesco Fiorito, secondo cui «modulare la didattica in base alla reattività degli studenti fa parte del ruolo del docente». E la reattività, dopo una nottata di bagordi carnevaleschi, non è certo alta.
Dalla festa ai banchi di scuola - Diversi studenti specie a Bellinzona hanno l'abitudine di recarsi a lezione direttamente dai tendoni del Rabadan, senza dormire. «Fino a qualche anno fa aprivamo gli spazi comuni alle prime ore del mattino, per permettere ai ragazzi di dormire in attesa dell'inizio delle lezioni. Ma abbiamo smesso perché si introducevano estranei» racconta il direttore della Commercio Adriano Agustoni.
Vietati i costumi discinti - Ma la tolleranza ha un limite. Maschere discinte o «sconvenienti» e studenti ancora in stato di ebbrezza vengono sanzionati e rimandati a casa: su questo tutti i direttori concordano. Del resto, in un passato neanche tanto lontano «indossare anche solo una mascherina a scuola era tassativamente vietato» ricorda Giampaolo Cereghetti, storico direttore del Liceo Lugano 1 (dall'anno scorso in pensione). «Negli ultimi trent'anni le cose sono molto cambiate». Alcuni docenti, ammette Cereghetti, «hanno avuto qualche difficoltà ad adattarsi, ma nel complesso c'è stata una mediazione progressiva verso le esigenze dei ragazzi». I tempi cambiano, c'è poco da fare.