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LOCARNOScoprire l'ospedale grazie a un peluche

07.02.18 - 12:02
Da martedì a venerdì La Carità ospita il progetto Teddy Bear Hospital. Gli studenti ticinesi di medicina accolgono i bambini dai 3 ai 5 anni con i loro amici di stoffa bisognosi di cure
TiPress
Scoprire l'ospedale grazie a un peluche
Da martedì a venerdì La Carità ospita il progetto Teddy Bear Hospital. Gli studenti ticinesi di medicina accolgono i bambini dai 3 ai 5 anni con i loro amici di stoffa bisognosi di cure

LOCARNO - Aiutare i bambini ad affrontare la paura dell’ospedale, facendogli vestire i panni del genitore. È questo l’obiettivo che si pone il progetto Teddy Bear Hospital, ospitato da martedì a venerdì presso l’ospedale La Carità di Locarno. Ai bambini delle classi dell’asilo viene chiesto di portare con sé un peluche che viene preso in carico all’interno della struttura da un team di studenti ticinesi di Medicina, che eseguono diagnosi e trattamento sul pupazzo.

«Vengono accolti nella sala d’aspetto - ci spiega Fabio Moretti, responsabile del progetto, al quarto anno di Medicina presso l’Università di Berna -. Viene poi eseguita l’anamnesi, dove il bambino ci presenta il suo pupazzo e ci dice qual è il problema. Solitamente è caduto, si è rotto una gamba, ha mal di pancia o ha la tosse». All'interno dell'ospedale è stata allestita una sala radiografie e una sala gessi per peluche. «Ad alcuni viene eseguita una piccola operazione o, se sono rotti, vengono ricuciti».

Un successo anche in Ticino - È il secondo anno che il progetto Teddy Bear Hospital viene ospitato in Ticino, mentre in Svizzera è già una realtà da più tempo. Lo scorso anno si è tenuto per due giorni presso l’ospedale San Giovanni di Bellinzona, mentre quest’anno sull’arco di quattro giorni ospiterà circa 350 bambini.

Questo pomeriggio anche le mamme avranno la possibilità di portare i loro bambini, fuori dagli orari dell’asilo. Il prossimo anno il progetto intende spostarsi nel Sottoceneri.

Un gioco educativo - «Ci sono bambini entusiasti, che ci raccontano i problemi del peluche. Altri sono più timidi e timorosi. Già in sala d’aspetto cerchiamo di metterli a loro agio - continua Fabio Moretti -. È presentato tutto come un gioco. Alla postazione farmacia somministriamo dei medicamenti al peluche, spiegando al bambino che servono per stare meglio e che vanno presi solo in presenza del medico o di un genitore».

Alcuni bambini conoscono già la realtà ospedaliera, perché affetti da una malattia o a causa di un genitore che soffre di problemi di salute. Per questo motivo è previsto un formulario che viene mandato in anticipo alle scuole dell’infanzia, in cui possono essere segnalati “casi particolari”. I volontari di Teddy Bear Hospital sono informati in anticipo, «ma ne parliamo con il bambino solo se è lui ad affrontare l’argomento e volerne discutere».

A contatto con i bambini - Per gli studenti di Medicina «è un’esperienza arricchente più dal punto di vista umano, che non dal punto di vista lavorativo - conclude Moretti -. Ma è un progetto molto bello, in cui crediamo, che aiuta noi e insegna ai bambini a non temere l’ambiente sanitario».

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