In un colloquio di lavoro Domenico Rovere, 27enne calabrese, si è visto rinfacciare la cadenza meridionale. Lo stesso è capitato a un candidato pugliese.
BELLINZONA - Il loro marcato accento del sud è «un problema» per la mansione che avrebbero dovuto svolgere. È il 16 gennaio, e in un ufficio di Bellinzona una decina di candidati si presentano per un colloquio di lavoro. La posizione è particolare: cercansi fundraiser. Dovranno allestire stand presso luoghi pubblici, come stazioni Ffs o uffici postali, e convincere i passanti a fare beneficenza per associazioni no profit. I candidati – per lo più italiani – vengono valutati in base alle capacità di vendita: ma due di loro hanno un «punto debole» secondo i selezionatori. Vengono dal sud Italia (Calabria e Puglia) e a quanto riferiscono, si sarebbero visti rinfacciare un accento non “adeguato” alla posizione aperta.
«Mi sono sentito discriminato» - Un'esperienza «molto demoralizzante» racconta a tio.ch/20minuti uno dei due giovani, Domenico Rovere. «Già ottenere un colloquio non è facile» spiega il 27enne calabrese, trasferitosi di recente a Lugano in cerca di lavoro. «Dopo due mesi di ricerche e tante porte chiuse in faccia sono disposto a tutto, purché mi si metta alla prova. Quando il selezionatore mi ha parlato del mio accento, mi è sembrata una discriminazione bella e buona».
«Anche altri criteri» - Il datore di lavoro, una società svizzero tedesca specializzata in raccolte di beneficenza, spiega di avere agito «nel rispetto del diritto del lavoro» e assicura che «un eventuale accento non è mai l'unica caratteristica per rifiutare qualcuno per questo lavoro che si svolge sul campo». In ogni caso l'azienda spiega che nei colloqui «vengono valutate molte altre competenze importanti per questo lavoro di vendita, oltre a quelle linguistiche» e sottolinea come tra i propri collaboratori ci sono persone provenienti da Sicilia, Sardegna, Roma e «naturalmente dal Ticino».
Ecco il commento completo - «La nostra azienda si attiene in ogni momento al diritto del lavoro svizzero e segue costantemente il processo di candidatura attraverso visite sul posto, procedure strutturate e sondaggi online per i candidati respinti. In Ticino sono attivi attualmente collaboratori provenienti da Sicilia, Sardegna e Roma come pure, naturalmente, dal Ticino. Parlano con accenti anche molto diversi tra loro. Un eventuale "accento" non è mai l'unica caratteristica per rifiutare qualcuno per questo lavoro che si svolge sul campo. Nelle simulazioni di dialogo, che sono state provate e testate per anni, vengono valutate molte altre competenze importanti per questo lavoro di vendita, oltre alle competenze linguistiche. I motivi del rifiuto sono spiegati dettagliatamente a ciascun candidato respinto nel corso di un colloquio individuale e il selezionatore deve indicarne i motivi anche per iscritto».