Per il Consiglio federale il giornalista ticinese «si è esposto a gravi rischi senza prendere le necessarie precauzioni». La Helpline del DFAE ha fatto ciò che doveva fare
BERNA - La Helpline del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) - raggiungibile 24 ore su 24, 365 giorni all'anno - ha lavorato bene in seguito alla comunicazione dell'arresto del giornalista ticinese Filippo Rossi in Venezuela lo scorso autunno. È quanto afferma il Consiglio federale in una risposta ad un'interrogazione del consigliere nazionale Marco Chiesa (UDC/TI).
Il giornalista indipendente di Comano era stato fermato insieme ad altri due reporter - uno italiano e uno venezuelano - mentre tentavano di entrare in un carcere nello Stato di Aragua per condurre un'inchiesta. Liberato in meno di 48 ore dall'arresto, in diverse interviste Rossi aveva denunciato l'abbandono e la poca considerazione delle autorità svizzere.
Tanti rischi, poche precauzioni - Il giornalista «ha deciso di propria iniziativa di visitare la prigione di Tocorón. Con questo viaggio si è esposto a gravi rischi senza prendere le necessarie precauzioni per eventuali emergenze, come predisporre un'assistenza legale o comunicare previamente le proprie intenzioni all'Ambasciata», afferma il Governo.
Non appena la Helpline ha ricevuto la chiamata nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 ottobre, ha informato l'Ambasciata di Svizzera a Caracas, che ha accordato la protezione consolare e ha avuto vari contatti telefonici con l'interessato fino alla liberazione, avvenuta due giorni dopo.
Consulente legale non reperibile - In caso di arresto all'estero, il DFAE non può farsi carico delle spese per l'assistenza legale. Siccome nel fine settimana in questione il consulente legale dell'Ambasciata non era reperibile, quest'ultima ha proposto, vista l'urgenza, di rivolgersi all'avvocato che rappresentava il detenuto italiano.
Le rappresentanze svizzere non fanno in genere immediatamente visita alle persone detenute e il DFAE ha ritenuto che non sussistesse un imminente pericolo per la vita o l'integrità fisica di Rossi. Inoltre, viene precisato, in Venezuela è molto rischioso spostarsi di notte.
In seguito alla liberazione, l'ambasciata di Svizzera ha accompagnato Rossi all'aeroporto su sua richiesta. Il giornalista si è mostrato sollevato e riconoscente per l'aiuto ricevuto. Una volta atterrato in Spagna ha infine confermato all'Ambasciata di essere arrivato e ha ribadito la sua riconoscenza per il sostegno fornitogli.