Nelle palazzine della Svizzera italiana il problema è serio. La motorizzazione è esplosa, ma molti stabili sono legati a un’epoca in cui le auto erano poche. Intanto la politica ci mette del suo
LUGANO – «Nella nostra palazzina abbiamo trenta appartamenti. Ma i posteggi per gli ospiti sono solo due». A raccontarlo è un inquilino di un edificio nella periferia luganese. Che aggiunge: «Nelle strade accanto, la maggior parte dei parcheggi è stata soppressa. Chi ci viene a trovare deve lasciare l’auto a mezzo chilometro da qui». È un dato di fatto: mancano posteggi per gli ospiti nelle palazzine della Svizzera italiana. Soprattutto nel periodo delle feste natalizie e di Capodanno, quando le visite a parenti e conoscenti si intensificano.
Privilegio per pochi – Ad aggravare la situazione, c’è l’eliminazione graduale di posteggi sparsi per le vie urbane, in atto ormai da anni. «Il posteggio per l’ospite – sostiene Valentina Vigezzi, segretaria dell’Associazione inquilini della Svizzera italiana – è diventato un privilegio. E così bisogna ripiegare su autosili o posteggi a pagamento, soluzioni spesso scomode e onerose».
Non c’è posto – «A Lugano succede molto spesso che addirittura i domiciliati non abbiano posteggio – spiega Andrea Marescalchi, capo sezione dei servizi amministrativi –, è possibile comunque richiedere alla Città permessi giornalieri o settimanali per la zona blu o per i parcheggi bianchi. Attualmente circa 1'500 persone beneficiano di un permesso per la zona blu». Proprio perché queste persone non hanno spazi nei loro garage. «Una volta – precisa Marescalchi – ogni famiglia aveva al massimo un’auto. Adesso ci sono due o anche tre auto per famiglia. È più difficile trovare posto per tutti».
Stabili vecchi – Secondo Sandro Montorfani, direttore della Divisione edilizia privata di Lugano, il problema riguarda soprattutto gli edifici più datati e meno quelli nuovi. «I Piani regolatori più recenti tendono a disciplinare in modo esplicito anche il tema dei posteggi per gli ospiti. Sono divenuti obbligatori e sono proporzionali al numero di appartamenti dello stabile. Il fatto è che nella nostra regione abbiamo ancora una maggioranza di palazzine costruite negli anni Cinquanta o Sessanta. Un’epoca in cui le auto in circolazione erano ancora poche e i sedimi privati non venivano adibiti a posteggio. I veicoli potevano essere parcheggiati un po’ ovunque».
Un problema diffuso – Da una parte, strutture vecchie legate a norme datate. Dall’altra, il boom della motorizzazione. Sullo sfondo, la politica, che da qualche anno mira a ridurre il numero di posteggi nei nuclei abitati. «Il problema – fa notare Vigezzi – concerne un po’ tutta la Svizzera italiana. E c’è pure chi gioca a fare il furbo».
Stratagemmi e disguidi – Sì, perché agli occhi di alcuni proprietari di immobili il posteggio per gli ospiti è un investimento poco redditizio. Soprattutto se si pensa ai momenti morti. «Nelle zone di frontiera, ad esempio – dice Vigezzi – è capitato che si preferisse affittare il parcheggio degli ospiti a operai frontalieri, piuttosto che lasciarlo vuoto. Poi, però, quando arrivano effettivamente gli ospiti, ci sono disguidi a non finire...»