Il comparto attuale diventerà un parco tecnologico. L’investimento previsto è di 360 milioni di franchi. Firmata la dichiarazione d’intenti. «Saranno le officine più moderne d'Europa»
BELLINZONA - Ora è ufficiale: le Officine FFS di Bellinzona si preparano a un futuro trasloco in uno stabilimento industriale d’avanguardia da 100’000 metri quadri, restando in Ticino e senza prevedere licenziamenti. L'adeguamento del personale (da 400 a 230 circa) sarà attuato attraverso la fluttuazione naturale del personale. Si parla del 2026. Ma il Consiglio di Stato, la Città di Bellinzona e le FFS hanno firmato stamani la lettera d’intenti per il mantenimento della presenza industriale delle FFS al Sud delle Alpi, con un investimento di circa 360 milioni di franchi (di cui 120 saranno garantiti da Cantone e Città). È quanto annunciato poco fa a Bellinzona in una conferenza stampa a cui erano presenti le autorità cantonali (i consiglieri di Stato Christian Vitta e Claudio Zali), comunali (il sindaco di Bellinzona Mario Branda assieme al municipale Simone Gianini) e il Ceo di FFS Andreas Meyer.
Per la manutenzione dei treni più moderni - Qual è dunque la visione delle FFS per le Officine? «Vogliamo realizzare lo stabilimento più moderno d’Europa per la manutenzione dei nostri treni più moderni, tra cui il nuovo “Giruno”» ha assicurato Meyer. L’ubicazione dello stabilimento non è ancora stabilita, ma si troverà a nord di Bellinzona: «Si parla di Castione-Arbedo, Bodio oppure Biasca». Nella struttura ci saranno comunque circa 230 posti di lavoro. Per quanto riguarda la presenza industriale delle FFS in Ticino, la lettera d’intenti prevede inoltre una penale finanziaria in caso che l’azienda cambi idea.
Un parco tecnologico - Non si parla soltanto del nuovo stabilimento industriale d’avanguardia, ma anche del recupero del comparto attualmente sede delle Officine FFS (si tratta di circa 60’000 metri quadri che saranno ritirati da Città e Cantone, oltre ad altri spazi). Un comparto che sarà trasformato in un parco tecnologico con l’insediamento di diverse aziende e la creazione di centinaia di posti di lavoro in diversi settori, ha spiegato Vitta. Questo per rafforzare la competitività territoriale e la capacità innovativa del cantone. Ha parlato a più riprese di opportunità il consigliere di Stato Zali, direttore del Territorio, sottolineando che «per la prima volta in Ticino si ha la possibilità di pianificare da zero un ampio comparto in posizione strategica».
«Il Municipio scommette su questo progetto» - «Quello di oggi è un momento solenne, ma non ancora un momento di festa». Così il sindaco Branda, che si è detto soddisfatto della strada intrapresa. «È una buona soluzione che guarda nel futuro lontano, ma potremo parlare di festa quando saranno realizzati tutti gli impegni che abbiamo assunto con la firma della dichiarazione d’intenti». Il sindaco ha inoltre ricordato che lo sviluppo del settore tecnologico e della promozione industriale era «prevista nello studio aggregativo». E questo progetto è qualcosa «su cui il Municipio si sente di scommettere».
La reazione di Frizzo - Oggi però Gianni Frizzo, presidente dell’associazione Giù le mani dall’Officina, si dice deluso per la decisione di realizzare un nuovo stabilimento. «Erano stati presi accordi perché le attuali officine avessero una prospettiva futura, anche attraverso il centro di competenza, l’autonomia per orientarsi al mercato privato» ci ha detto. «Oggi si fa credere che queste prospettive non ci fossero, quando invece la manutenzione dei treni moderni si poteva prevedere anche nella sede attuale. Il fatto è che c’è la volontà di sviluppare in maniera diversa il comparto in questione. Ma perderemo posti di lavoro».
Un decennio dallo sciopero - Risale ormai a quasi dieci anni fa lo sciopero che nel 2008 aveva visto gli operai delle Officine incrociare le braccia per 33 giorni. Uno sciopero che aveva permesso di salvare i posti di lavoro, evitando anche il trasferimento dell’attività a Yverdon (a Bellinzona sarebbe rimasta soltanto la manutenzione dei carri merci).