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CANTONELia, la Commissione sulla sentenza: «Non generalizziamo»

28.11.17 - 15:59
La decisione del Tram che sta facendo “esultare” molti artigiani è legata al caso specifico della ditta del Sopraceneri che ha presentato ricorso
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Lia, la Commissione sulla sentenza: «Non generalizziamo»
La decisione del Tram che sta facendo “esultare” molti artigiani è legata al caso specifico della ditta del Sopraceneri che ha presentato ricorso

BELLINZONA - «La decisione non va generalizzata». Con queste parole la Commissione di vigilanza Lia prende posizione nei confronti della sentenza con cui il 20 novembre il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) ha dato ragione a una ditta che contestava l’obbligo di iscrizione all’albo.

Proporzionalità - Nel caso in questione, lo ricordiamo, la ditta è attiva nel commercio di mobili e attrezzature per l’arredamento di case e uffici, ma offre anche come servizio la posa di rivestimenti di pavimenti. La Commissione puntualizza pertanto che le «attività artigianali» sono svolte «marginalmente». Il Tram, dunque, avrebbe emesso la decisione «nel caso concreto sostanzialmente in applicazione del principio di proporzionalità».

Non entrata in merito - Nel suo ricorso, la ditta del Sopraceneri contestava anche «l’intero impianto della Lia». In merito alle critiche all’istituzione dell’albo e ai singoli requisiti imposti, il Tram non è entrato nel merito («le stesse andavano se del caso sollevate nell’ambito di un ricorso al Tribunale federale avverso la legge stessa», menziona la sentenza). La Commissione di vigilanza sottolinea pertanto che «la sentenza non ha stabilito che la legge non sia valida o sia contraria al diritto».

Violazione alla libertà economica - Il Tram ha accolto il ricorso della ditta ricorrente in quanto l’obbligo alla sua iscrizione all’albo «è lesiva della libertà economica». Per la Commissione la decisione va però applicata, senza generalizzare, unicamente al caso concreto, in quanto i lavori artigianali svolti dalla ditta (posa di rivestimenti di pavimenti) hanno «scarsa rilevanza» rispetto al «campo di attività principale» (commercio di mobili e arredamento).

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COMMENTI
 

Cleofe 6 anni fa su tio
ok... ufficialmente il blog in generale fa' schifo.

Cleofe 6 anni fa su tio
facciamo due conti insieme. iscritti ( forzati ! ) a questo albo: 4000 aziende ( a spanne eh ) costo iscrizione ( obbligatoria ! ) chf 1600.- ci aggiungo chf 200.- per tutta la documentazione richiesta tipo certificato esecuzione fallimenti, casellario giudiziale, dichiarazione dei diritti civili, ecc. ( uno per ogni titolare ( noi siamo in 3 ! ) aggiungo chf 400.- di "rinnovo" iscrizione ( obbligatorio ! ) ed ecco fatto: 4000 aziende x chf 2200.- = chf 8'000'000.- vorrei che PER FAVORE

tazmaniac 6 anni fa su tio
E ora, i politici nostrani vogliono fare un passo indietro, dimostrando tutta la loro incapacità. Siete dei pagliacci buffoni! Non avete le oo per difendere l'artigianato e l'imprenditorialità ticinese. Spesso si parla dell'Italia e della politica italiana. Beh, forse è meglio smetterla perché qui in Ticino l'abbiamo eguagliata e anche superata in quanto a figure di palta e incapacità.

Mag 6 anni fa su tio
"Lesiva della libertà economica". Quindi chiunque faccia ricorso vincerà il ricorso visto che la libertà economica non è un principio che si può applicare a in base ad opinioni, non funziona proprio. Quindi chiunque farà ricorso al 90% vincerà il ricorso a meno che non sia rigettato per vizi di forma. Continuare ad obbligare gli artigiani all'iscrizione alla LIA, e a pagare per questo, potrebbe forse anche essere considerato un "abuso di potere" con conseguenze penali per chi lo fa, ma sicuramente mi sbaglio.

Tarok 6 anni fa su tio
la logica conclusione di una pessima legge incostituzionale
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