Unia: «È un tema delicato, è molto difficile denunciare». L'Ufficio parità dei sessi: «Molti casi restano celati»
WASHINGTON / BELLINZONA - Nel mondo dello spettacolo e della politica si parla già da qualche settimana dell’“effetto Weinstein”: sulla scorta delle accuse di molestie sessuali che hanno investito il produttore cinematografico americano, sempre più donne (e uomini) si decidono a denunciare i personaggi famosi e i politici che avrebbero abusato di loro.
Le dipendenti americane denunciano - Ora, dal vaso di Pandora iniziano a uscire anche le denunce formali della gente comune. Almeno negli Stati Uniti. Dopo un decennio di declino costante delle segnalazioni alla Commissione federale per le pari opportunità d’impiego (EEOC), gli avvocati di Washington sono infatti particolarmente sollecitati sul tema: «Non c’è un avvocato che faccia il tipo di lavoro che facciamo noi che non venga subissato di chiamate», spiega a Usa Today Debra Katz, dello studio Katz, Marshall & Banks. «C’è un “effetto Weinstein” al momento - conferma la sua partner Lisa Banks -. Sempre più donne parlano. Dipendenti normali di tutti i settori si sentono incoraggiate a farsi avanti».
In Ticino «è un tema delicato» - Nel mondo del lavoro ticinese questo presunto “effetto Weinstein” sembra tuttavia ancora molto, molto lontano da venire. «È un tema abbastanza delicato. Il clima che regna negli ambienti di lavoro in generale, e sul tema molestie in particolare, rende molto difficile per le donne denunciare», assicura Chiara Landi, responsabile del Gruppo donne Unia Ticino. «È un tema ancora molto difficile - conferma la presidente dell’Ufficio di conciliazione in materia di parità dei sessi, Mara Pedroia -. Magari una persona ha paura di essere licenziata e così non sempre queste problematiche emergono».
Sapere quanto spesso le molestie sessuali sul posto di lavoro effettivamente emergano nel nostro cantone, però, è difficile. All’Ufficio di conciliazione in materia di parità dei sessi è arrivato un solo caso negli ultimi anni («molti restano celati o vengono trattati da altre istanze», spiega Pedroia). Unia, dal canto suo, non dispone di una statistica a riguardo.
«Si minimizza e colpevolizza» - Il problema, oltre alla «paura di perdere il posto di lavoro, di rimanere senza reddito e di non essere tutelate», è anche l’atteggiamento della società rispetto alle molestie sessuali: «C’è ancora una cultura della colpevolizzazione della donna», denuncia Landi. «Si tende troppo spesso a minimizzare e a non percepire come molestie dei comportamenti che sono di fatto delle molestie se non qualcosa di più grave», aggiunge.
«Parlare del problema è fondamentale» - L’attenzione sulla tematica generata dal caso Weinstein è benvenuta: «Il fatto che se ne parli è fondamentale. Si presta finalmente attenzione, anche se solo a livello mediatico, e questo serve a far sì che la donna che subisce molestie non si senta sola e sappia che il problema è diffuso», afferma Landi. «Permette di superare lo scoglio del senso di colpa», sottolinea.
Unia invita a denunciare, «sempre» - Ma come affronta Unia le segnalazioni di molestie sessuali sul lavoro? «Noi invitiamo sempre a denunciare, forniamo il sostegno giuridico che è nelle nostre possibilità e indirizziamo la persona verso strutture dedicate che offrono per esempio un sostegno psicologico», conclude la rappresentante del sindacato.