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CANTONEUnia di nuovo contro Bonifaccio: «Fallisce per non pagare»

09.10.17 - 15:17
Il sindacato tuona contro il fallimento della SBSicurezza Sagl e punta il dito contro l'Associazione Ticinese Mastri Gessatori e Plafonatori
Unia di nuovo contro Bonifaccio: «Fallisce per non pagare»
Il sindacato tuona contro il fallimento della SBSicurezza Sagl e punta il dito contro l'Associazione Ticinese Mastri Gessatori e Plafonatori

LUGANO - Il sindacato Unia torna nuovamente alla carica contro Giancarlo Bonifaccio. L'accusa nei confronti dell'ex membro della Commissione LIA ed ex presidente dell'Associazione padronale dei gessatori è di aver strategicamente utilizzato il fallimento della SBSicurezza Sagl (società di sua proprietà per il 95%) per far fronte ai suoi debiti.

Il pregresso - «Quasi un anno fa - ricorda Unia -, nel quadro dell’offensiva dell’ Associazione Ticinese Mastri Gessatori e Plafonatori (ATMGP) contro il contratto collettivo di lavoro (CCL) di settore, l’allora presidente di questa associazione padronale, Giancarlo Bonifaccio, amministratore unico della CPR Coperture, Plafonature, Rivestimenti SA (CPR SA), con sede a Barbengo, era finito sotto accusa perché scoperto ad aggirare platealmente il CCL del gesso». 

Bonifaccio, sempre un anno fa, diventava proprietario al 95% della ditta SBSicurezza Sagl, attiva, teoricamente, "nell’acquisto, la vendita, la posa di serrature normali e di sicurezza, chiavi, cilindri, chiusure porte, l’esecuzione di sistemi di chiusura, di allarmi senza filo e interventi in caso di scasso". «Il problema, sottolinea Unia -, è che almeno 6 operai della SBSicurezza Sagl sono stati pizzicati dalla commissione paritetica cantonale del gesso (CPC), dai sindacati Unia e OCST mentre eseguivano le classiche lavorazioni di una ditta di gessatura». 

Insomma, secondo il sindacato alcuni di questi operai erano ex impiegati della CPR SA fatti passare sotto la SBSicurezza Sagl. Il senso dell’operazione? «Non sottoponendo i lavoratori della SBSicurezza Sagl agli obblighi del CCL gesso, Bonifaccio poteva aumentare il suo margine di profitto oppure mantenerlo invariato ma strappando alla concorrenza, grazie ai prezzi più bassi praticati, diversi appalti», prosegue Unia. 

Le dimissioni - Il caso aveva suscitato parecchio scalpore: Giancarlo Bonifaccio aveva dato le dimissioni dal comitato LIA e si era dimesso dalla presidenza della ATMGP, «pur rimanendo membro del suo comitato e, incredibile ma vero, conservando il suo posto nel plenum della CPC del gesso!». 

La multa salata - Immediatamente, la CPC del gesso ha avviato la procedura per verificare se la SBSicurezza Sagl rientrasse nel campo di applicazione del CCL del gesso e, segnatamente, l’esistenza di un’infrazione dei disposti contrattuali del settore, resi di obbligatorietà generale dal Consiglio di Stato. 

Le prove raccolte dai soggetti coinvolti sono stati «così schiaccianti» che la CPC del gesso ha potuto arrivare a una conclusione: «la SBSicurezza Sagl rientra nel campo di attività dei gessatori e perciò va assoggettata al relativo contratto collettivo di lavoro (CCL) - prosegue Unia -. Inoltre, lo stesso organo ha confermato che la SBSicurezza Sagl ha usato almeno 5 operai in attività di gessatura su diversi cantieri ubicati su tutto il territorio cantonale e durante un prolungato lasso di tempo». 

Per quanto riguarda la sola differenza tra gli stipendi effettivamente percepiti e quelli che dovrebbero ricevere secondo quanto fissato dal CCL del gesso, la SBSicurezza Sagl deve complessivamente 22’000 franchi. Inoltre, la CPC del gesso ha formalizzato le infrazioni commesse dalla SBSicurezza Sagl con una multa di 20’000 franchi.

La strategia del fallimento - Caso liquidato? Si domanda retoricamente il sindacato. «Invece di rispettare le leggi e disposti contrattuali ha sviluppato una strenua opposizione negando, davanti a delle prove oggettive, che la SBSicurezza Sagl fosse attiva nel gesso. Bonifaccio, però, non ha apportato la benché minima prova per scagionare la sua posizione. Anzi, ha offerto solo del concreto ostruzionismo (...) Per sfuggire ai suoi obblighi contrattuali e di legge, Giancarlo Bonifaccio ha fatto ricorso a una strategia sempre più in voga fra gli imprenditori ticinesi: liquidare o far fallire volontariamente le proprie società». 

La liquidazione e il fallimento rappresentano, secondo Unia, il miglior sistema per non far fronte a debiti di qualsiasi natura essi siano. «Dal momento che è la società, quindi la persona giuridica, ad assumere l’onere dei debiti rispondendo unicamente con il proprio capitale sociale e gli attivi aziendali , le persone fisiche, i Bonifaccio di turno, non sono costretti a versare un solo centesimo. Si potrebbe, in molti casi, ricorrere penalmente contro gli organi societari. Peccato che in Ticino iniziative di questo genere siano merce rarissima». Per il sindacato, insomma, Bonifaccio cercherà di sottrarsi alla multa della CPC del gesso e di non pagare le differenze salariali agli ex operai della SBSicurezza Sagl. Lo scorso 12 maggio, Giancarlo Bonifaccio ha infatti deciso di sciogliere la SBSicurezza Sagl, avviando di fatto la procedura di liquidazione.

Unia infine si chiede: «Come spiegherà l’ATMGP la permanenza nel suo comitato di un imprenditore come Giancarlo Bonifaccio? Noi una risposta l’abbiamo».

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COMMENTI
 

F/A-18 6 anni fa su tio
Il fatto è che questo modo di operare, come già denunciavo qualche tempo fa, nel settore gesso, è prassi comune, diciamo che è come il doping per i ciclisti, si sa che è proibito ma tutti si drogano fino a quando salta fuori qualche caso isolato....!

cacos 6 anni fa su tio
e a pensar male magari salta fuori che il titolare l'ha già fatto altre volte , chissà perché mi gira questa idea. Finche le nostre leggi sono cosi permissive ( ma stranamente non per tutti) si continuerà cosi, allegria come diceva un signore tale Bongiorno

F/A-18 6 anni fa su tio
Risposta a cacos
Purtroppo al giorno d'oggi la concorrenza non lascia troppe alternative alle nostre ditte, quelle sane e serie risultano sempre troppo care, da qui una continua diminuzione degli effettivi fino alla chiusura mentre per le ditte più economiche, o giocano sporco con i salari dei dipendenti oppure vanno avanti fino allo schianto finale ovvero fallimento per mancanza di attivo. Nel caso delle ditte di questo signore, il gioco sui salari è stato dimostrato ed il fatto che fa parte ancora dell'associazione di categoria presumibilmente vuole dire che il malandazzo è condiviso.

miba 6 anni fa su tio
La prima cosa sensata da fare sarebbe quella di eliminare tutti i contratti e contrattucoli collettivi di lavoro ed applicare i contratti collettivi di lavoro (contratti mantello) già validi ed applicati per tutto il resto della Svizzera, in primis quello dell'edilizia. Ne beneficierebbero tutti, lavoratori, datori di lavoro, meno burocrazia ma soprattutto l'economia ticinese

rojo22 6 anni fa su tio
Bonifaccio schifo!

SosPettOso 6 anni fa su tio
Magari riesce a far saltar fuori quei 22'ooo.-fr che spettano agli operai dimostrandosi effettivamente utile per questi ultimi.

miba 6 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Perché i sindacati se non hanno un tornaconto assicurato (anche solo mediatico) col cavolo che promuovono una causa penale!

Sarà 6 anni fa su tio
Pori nüm... Appena liquidata la SBSicurezza aprirà una nuova società e così via...

moonie 6 anni fa su tio
falliticino
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