Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi giurassiani giunti in Ticino come vedono la Svizzera italiana, e se l'elezione di Ignazio Cassis possa aiutare la situazione dell'italiano in Svizzera
BELLINZONA - Qual è la situazione dell’italiano in Svizzera? È questa la domanda principale che abbiamo rivolto ai ragazzi del liceo di Porrentruy, nel Canton Giura, giunti in Ticino per partecipare al progetto “+identità: Settimana della Svizzera italiana” dell’USI. La stessa domanda l’abbiamo posta anche agli allievi della 3aL della Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona, che a gennaio verranno ospitati a loro volta Porrentruy per presentare e rappresentare, come veri e propri ambasciatori, la regione italofona della Svizzera. Questo scambio linguistico, ma non solo, è stato reso possibile grazie alla collaborazione del DECS.
«Il Ticino a è proprio come i turisti si immaginano la Svizzera: laghi, montagne, ecc. È la prima volta che mi fermo in questo cantone, solitamente ci passo solo per raggiungere l’Italia» racconta Léo, studente giurassiano. «È bello che anche noi nel Giura abbiamo la possibilità di imparare l’italiano, che è una bellissima lingua».
Ma quanto è conosciuta la Svizzera italiana oltralpe? «Lo ammetto, personalmente non la conoscevo molto prima di venire qui, anche perché se ne parla poco, ed è una regione isolata geograficamente e linguisticamente». Ma per quel che riguarda gli stereotipi, la Svizzera italiana ha ancora molta strada da fare: «Sono gli stessi che abbiamo nei confronti dell’Italia, come la pizza» racconta ancora Léo. «Quello che mi ha colpito è che qui ci sono gli stessi negozi che ci sono da noi, ma di fianco ci sono le palme. È strano, non sembra di essere in Svizzera» racconta un altro studente giurassiano.
Consiglio federale - E un Consigliere federale ticinese darà una mano alla Svizzera italiana a farsi conoscere maggiormente, sotto tutti gli aspetti. O almeno è quello che crede la maggior parte dei ragazzi: «Serve anche per ricordare a Berna che il Ticino esiste. Ogni tanto ce ne scordiamo...» ammette Léo. «È una grande possibilità per la Svizzera italiana. Però non penso sia giusto rendere “obbligatoria” la presenza di un consigliere federale italofono. La lingua non dovrebbe essere un fattore determinante per la scelta di chi ci rappresenta» replica invece Dafne, studentessa della SCC di Bellinzona. «L’italiano non è ben rappresentato in Svizzera, basti pensare alle etichette degli alimenti che si trovano nei negozi: quasi sempre manca l’italiano» prosegue Dafne.
Italiano in pericolo - «Purtroppo c’è sempre il timore che l’italiano possa scomparire dall’insegnamento, perché gli iscritti ai corsi non sono mai molti. Sarebbero utili alcune misure di incoraggiamento, come ad esempio iniziare già alle scuole medie con un po’ di italiano, e aumentare i contatti tra le varie regioni linguistiche» racconta la professoressa di italiano giurassiana che accompagna gli studenti. «Lo scambio è un’ottima idea, e si potrebbe anche incentivare gli altri cantoni a proporre corsi bilingue, oppure costruire un programma tv apposito, per migliorare la conoscenza della Svizzera italiana e della lingua» aggiunge Dafne.
«Tra la Svizzera italiana e la Svizzera francese o tedesca ci sono tante differenze, ma questo progetto di scambio ci ricorda che facciamo parte tutti dello stesso Paese, e che abbiamo molte cose in comune, pur parlando lingue diverse» prosegue la docente.
Ma cosa spinge allora gli adolescenti a cimentarsi con l’apprendimento dell’italiano? «Sicuramente la cultura ha ruolo fondamentale. L’arte e la letteratura italiana affascina sempre, così come il suono stesso della lingua, che è molto musicale».
Teatro - Una parte dei ragazzi giurassiani, che frequentano l’unico liceo in Svizzera che offre come opzione specifica il teatro, hanno potuto approfondire il territorio della Svizzera italiana anche dal punto di vista artistico, con un occhio di riguardo ovviamente rivolto al teatro. Da Verscio a Mendrisio gli studenti hanno percorso il Ticino svolgendo, tra le attività proposte, anche un workshop con la Compagnia Paravento a Locarno.
«Qui in Ticino abbiamo potuto esplorare e sperimentare nuove aspetti del teatro, come la Commedia dell’Arte, visitando l'Accademia Teatro Dimitri e collaborando con la Compagnia Paravento.» racconta Mylène, studentessa giurassiana.