Gli insegnanti tedeschi lanciano l'allarme. Il fenomeno esiste anche alle nostre latitudini: «Parolacce soprattutto negli ambienti informali»
LUGANO - «I bambini delle elementari usano un linguaggio sempre più scurrile». È l’allarme che lanciano in particolare gli insegnanti delle scuole tedesche. Ma il fenomeno si sente anche alle nostre latitudini. «Il linguaggio è cambiato, divenendo meno controllato e meno controllabile» ci conferma Monica Calderari Meneghelli, direttrice dell’istituto comunale di Lugano per la zona centro e già ispettrice scolastica. «Ma è un linguaggio - continua - che i ragazzi utilizzano soprattutto nei luoghi informali, sanno bene che a scuola non è consentito». Le parolacce, comunque, “scappano” anche in classe. E allora il bambino viene ripreso, «ma si tratta pure dell’occasione per fare una riflessione» afferma Calderari Meneghelli. «Il problema è che a volte gli allievi utilizzano espressioni di cui non conoscono il vero significato» aggiunge Rezio Sisini, capo dell’Ufficio delle scuole comunali.
Il modello adulto - Tuttavia molti bambini sarebbero convinti che le parolacce siano parte del linguaggio comune. «Sono espressioni che sentono in famiglia oppure sui mezzi di comunicazione, come la televisione e soprattutto i social network» spiega Sisini. E Calderari Meneghelli sottolinea che «il modello siamo noi adulti: se utilizziamo un linguaggio adeguato, loro lo riprodurranno».
Insulti pesanti online - Sembra comunque che i ragazzi utilizzino le espressioni più pesanti piuttosto nei social network. «È un fenomeno che si rileva piuttosto al livello delle medie» afferma Sisini, già direttore di scuola media. «Non sono mancate le occasioni in cui si sono dovute dirimere liti nate proprio dagli insulti online». Sulla rete tenderebbero infatti facilmente a esagerare. «E nel momento in cui si trovano l’uno di fronte all’altro, la situazione degenera» conclude Sisini.