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CANTONECerchi lavoro? Occhio al mercato nascosto

06.09.17 - 14:50
Le conoscenze sembrano decisive per la ricerca di un posto. La maggior parte delle aziende, infatti, non comunica le posizioni aperte all'esterno e non collabora con società specializzate
tipress
Cerchi lavoro? Occhio al mercato nascosto
Le conoscenze sembrano decisive per la ricerca di un posto. La maggior parte delle aziende, infatti, non comunica le posizioni aperte all'esterno e non collabora con società specializzate

LUGANO - Esiste il mercato del lavoro nascosto? E, in tal caso, quanto è importante? Quali sono le principali difficoltà di candidati e aziende nel trovare il posto/profilo ideale? Quali sono i canali più efficaci utilizzabili? E in che modo candidati e aziende scelgono gli strumenti di ricerca lavoro/candidati? Sono queste le domande sulle quali si è chinato il barometro Von Rundstedt (oggi il principale erogatore del servizio di outplacement in Germania, Austria e Svizzera).  Attraverso l'analisi di 268 aziende e 382 candidati è emersa quella che si potrebbe definire l'attuale tendenza del mercato del lavoro. Con risultati inaspettati.
    
L'importanza del mercato nascosto - L'indagine ha permesso di rilevare come il mercato del lavoro nascosto sia decisivo nella ricerca di un impiego. L'opinione comune crede che le aziende pubblichino sistematicamente le offerte di lavoro sui loro siti web e utilizzino i social media come mezzo di ricerca, con conseguente diminuzione del numero di offerte nascoste e un calo del mercato del lavoro sommerso. L'indagine rivela tuttavia che il mercato nascosto resta decisivo nella ricerca di un nuovo lavoro, nonostante il crescente utilizzo delle piattaforme virtuali. 

Ben l’82% delle aziende non comunica le posizioni aperte all’esterno e non collabora con società specializzate nella ricerca del personale. Queste aziente ricercano profili utilizzando mezzi informali prima di avviare una ricerca con i recruiter o prima di pubblicare un’offerta di lavoro. 
    
Infine, il 74% delle aziende utilizza anche le reti personali dei collaboratori. Insomma, sembrerebbe che i candidati vengano sempre più ricercati utilizzando reti informali.

Il problema degli over 50 - Più noto è il fatto che anzianità e esperienza non sono fattori chiave nella ricerca del candidato ideale con più di 50 anni. Le persone che hanno più di 50 anni riscontrano maggiori difficoltà nella ricerca di un nuovo impiego e si sentono maggiormente sotto pressione. Per risolvere questo problema si sente spesso consigliare di minimizzare l’impatto dell’età e invece valorizzare l’anzianità di servizio e l’esperienza accumulata. Secondo l'indagine, tuttavia, la soluzione non è così semplice. 
    
Solo il 4% dei datori di lavoro considera l’anzianità di servizio un vantaggio. Oggi, le aziende ricercano maggiormente un profilo tecnico e adattabile, ossia una combinazione perfetta dei seguenti elementi: competenze richieste e esperienza nel settore specifico (52%) e integrazione culturale (44%). Inoltre, l’88% delle aziende ha affermato che preferisce la flessibilità all’esperienza.
    
Zero Gap - Lo studio rileva pure come le aziende prendano sempre meno in considerazione i profili che non corrispondono quasi perfettamente alla posizione ricercata. Mediamente, l’80% dei criteri richiesti per la posizione devono essere soddisfatti già nella prima scrematura. Nonostante questo valore sia già molto elevato, sembrerebbe rafforzarsi sempre più. Questa tendenza comporta che la mobilità dei lavoratori da un settore all’altro e da una funzione all’altra sia sempre più complicata e rara. 
    
Le aziende, inoltre, investono sempre meno nella crescita a lungo termine dei loro collaboratori. Questi dati sono preoccupanti se si considera che le sfide del futuro consisteranno proprio nel saper affrontare i cambiamenti strutturali, necessari per via della crescente digitalizzazione sul lavoro.
    
Processi di selezione più brevi - Secondo le aziende intervistate, la durata media del processo di selezione si aggira attorno alle 8 settimane, secondo i candidati invece la durata è più vicina alle 12 settimane. Questa tendenza è giustificata dal fatto che i candidati sono individuati maggiormente tramite networking e nuovi metodi di ricerca invece che tramite annunci di lavoro, e quindi si conoscono già in parte. Questo dato ha un maggior riscontro per quanto riguarda la selezione di figure dirigenziali.

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