In vista della votazione del 24 settembre abbiamo fermato dei passanti e posto loro 5 semplicissime domande. Ecco come sono andati
LUGANO - Tra poche settimane, precisamente il 24 settembre, tutti i ticinesi aventi diritto di voto dovranno chinarsi sul tema della Civica a scuola. In sostanza bisognerà decidere se approvare o meno le modifiche a due articoli di legge volte a introdurre nella Scuola media e nelle scuole medie superiori un insegnamento della civica valutato con nota a sé stante e, laddove possibile, come materia separata.
Rafforzare l'insegnamento della Civica a scuola è davvero necessario? Per valutare, in maniera assolutamente non scientifica, la presenza di eventuali lacune nella conoscenza della civica della popolazione abbiamo fermato alcuni passanti e posto loro 5 semplicissime domande:
1) Quale forma ha la bandiera Svizzera?
2) Chi è obbligato a prestare servizio militare?
3) Chi è il presidente del Consiglio di Stato ticinese?
4) Quanti sono i consiglieri nazionali?
5) Qual è la differenza tra referendum e iniziativa?
Complice forse la tensione per l'"interrogazione" a bruciapelo, le risposte non sono state delle più brillanti. Guarda il video per confrontare il tuo risultato con quello degli intervistati.
Oggetto della votazione
Dopo ampi approfondimenti, discussioni e mediazioni, il Gran Consiglio ha elaborato un testo conforme all’iniziativa popolare legislativa generica “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)”, testo non contestato dagli iniziativisti. Esso prevede la modifica degli articoli 23a e 98 della legge della scuola del 1° febbraio 1990.
Il nuovo articolo 23a della legge della scuola stabilisce che l’educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia dovrà essere insegnata quale materia a sé stante alla scuola media, dove oggi si insegna “storia e civica”. Per quanto invece riguarda le scuole postobbligatorie, essa dovrà essere inserita quale insegnamento all’interno delle discipline previste dai piani di studio.
In tutti i casi a questa materia o a questo insegnamento obbligatorio andrà dedicata una dotazione oraria pari ad almeno due ore mensili e andrà attribuita una nota distinta dove ciò non è in contrasto con il diritto federale o intercantonale.
Il nuovo articolo 98 della legge della scuola impone invece al Consiglio di Stato di valutare questa riforma a due anni dalla sua entrata in vigore e dopo ulteriori due anni, trasmettendone l’esito al Gran Consiglio.