Lavori in corso ormai da anni tra Bellinzona e Biasca. E ora, più a nord, spunta un nuovo progetto. «Manca programmazione», tuonano le associazioni in difesa degli automobilisti. L’USTRA: «Non è vero»
BIASCA – Su quella tratta autostradale i lavori in corso sembrano non finire mai. È un dato di fatto: tra Bellinzona e Biasca l’A2 è un cantiere continuo. Da anni. E il malumore, tra chi la percorre quotidianamente, ma anche saltuariamente, è alle stelle. Il problema è ancora più marcato nei mesi estivi, quando il traffico è particolarmente intenso. E ora, un po’ più a nord, tra Biasca e Giornico, apre l’ennesimo cantiere. Stavolta per risanare la pavimentazione stradale e per sostituire le barriere elastiche sul lato destro della carreggiata, da adeguare ai nuovi standard di sicurezza.
Un budget mostruoso – Autostrade svizzere in ottima salute. Solo il 12% delle carreggiate nazionali è danneggiato e solo il 2% in cattivo stato. Ma servono nuovi investimenti. Lo ha annunciato di recente l’Ufficio federale delle strade (USTRA). Intanto, ammonta a circa 1,8 miliardi di franchi il budget che l’Assemblea federale ha previsto per la manutenzione delle autostrade nel 2017. Una manna per le imprese di pavimentazione stradale, particolarmente pressanti su questa tematica. Tanto che diverse ditte del settore non hanno neanche chiuso per le classiche vacanze dell’edilizia.
Il TCS – «Non è possibile che da giugno a oggi non ci sia stato un momento di pace sulle nostre autostrade – dice Renato Gazzola, portavoce del Touring Club Svizzero (TCS) –. Io capisco che in inverno certi lavori non si possano fare, a causa delle basse temperature. Ma non andrebbero fatti nemmeno d’estate, quando le code sono già di per sé chilometriche».
L’ACS – Tutti questi cantieri sono davvero necessari? A volte il dubbio sorge spontaneo. Gianmarco Balemi, direttore dell’Automobil Club Svizzero (ACS), sezione Ticino, ha una sua teoria: «Le nostre autostrade sono tra le più belle d’Europa. E questo grazie anche al fatto che si fa una manutenzione continua. Però manca una corretta pianificazione. Altrimenti si creano ingorghi a non finire».
Troppi progetti in contemporanea – Stando al sito autostradasvizzera.ch, sono circa 50 i grossi cantieri contemporaneamente attivi sulle autostrade della Confederazione. Alcuni di questi, anche a sud delle Alpi. Come quello per il risanamento globale del tratto Airolo-Quinto, quello per la riorganizzazione dello svincolo di Mendrisio e quello per il risanamento della galleria di Gentilino.
La strategia – Secondo Eugenio Sapia, portavoce dell’USTRA, la pianificazione è all’avanguardia. E per sostenere la sua tesi, torna sul caso emblematico della tratta tra Bellinzona e Biasca. «È lunga circa 20 chilometri. Non potendo operare contemporaneamente in più punti, questo comparto della A2 è stato suddiviso in più tratti, in cui sono stati pianificati ed eseguiti i lavori di risanamento che erano necessari».
Scelte ponderate – Lavori, a detta di Sapia, imperativi per garantire e aumentare la sicurezza dell’utenza, nonché per ridurre il rumore prodotto dall’autostrada, a tutela degli abitanti della regione. «Durante l’attività di questi cantieri, nelle ore diurne, a disposizione degli automobilisti c’erano sempre due corsie per ogni direzione di marcia, in modo tale che la capacità di trasporto dell’autostrada non diminuisse».
Gli sforzi – Dalla sede centrale dell’USTRA, a Berna, interviene anche l’addetto stampa Gabriele Crivelli. «Si cerca sempre di chiudere meno corsie possibili. E, dove si può, di lavorare di notte. Purtroppo ridurre i disagi a zero è impossibile. Tuttavia, i dati 2016 indicano che i cantieri sono stati la causa principale per solo 356 delle 24.066 ore di coda totali registrate sulle strade nazionali. L’88% delle ore di coda è causato dal sovraccarico della rete, il 7 % da incidenti».