Valerio Lazzeri non si dice contrario all'introduzione dell'insegnamento negli asili ticinesi
LUGANO - «Perché no? Purché sia fatto con buonsenso». Il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri non è contrario «in linea di principio» all'introduzione dell'educazione sessuale negli asili ticinesi. Le linee guida diffuse dal Decs nei giorni scorsi, e la notizia dell'estensione dell'insegnamento anche alle scuole dell'infanzia, in realtà non piacciono a tutti. In un sondaggio online condotto da tio.ch, il 60% dei lettori si è detto contrario all'iniziativa. Il vescovo, contattato da tio.ch/20minuti, afferma invece di non avere «nessuna obiezione sul principio dell'insegnamento».
«È molto difficile esprimersi in questo momento, non ho ancora letto il manuale che verrà utilizzato nelle scuole e dare un giudizio sarebbe prematuro» afferma Lazzeri. Tuttavia, precisa, «quello che è emerso finora non mi sembra particolarmente inquietante. Tutto dipende dai contenuti che verranno proposti, e da come verranno proposti». A 5 anni non è troppo presto? «Perché? Non si può essere contrari a prescindere. Credo che si debba dare al bambino quello di cui ha bisogno in ogni dato momento della sua crescita. Certo, con buonsenso» ribadisce il vescovo, che aggiunge come «educazione sessuale non vuol dire per forza volgarità: si parla di affettività, rispetto e conoscenza dell'altro».
Quanto ai temi "delicati" come omosessualità e nuovi concetti di famiglia, conclude Lazzeri «è comprensibile che la scuola non voglia imporre a tutti un'etica e una dottrina predefinita. Ma per noi cattolici, beninteso, la neutralità non deve arrivare al punto che qualsiasi cosa si può dire. E la libertà di espressione sul tema deve valere per tutti, cattolici compresi».