Intervento fuori dalla norma per una signora di Muzzano, operata con successo è potuta tornare a casa
LUGANO - Il 12 luglio scorso era un giorno speciale per Margherita Di Benedetto. Lei ha compiuto 105 anni, mentre la sua trisnipote spegneva la prima candelina. Purtroppo, però, Margherita s’è alzata dal letto con il piede sbagliato, in tutti i sensi: è caduta procurandosi una frattura del collo femorale. Un brutto incidente che, a quell’età, può essere fatale, soprattutto per il pericolo di emorragie. «È importante intervenire subito in questi casi, più a lungo si aspetta più aumenta la mortalità, si possono perdere anche due litri di sangue», spiega il chirurgo ortopedico Axel-Michael Pippow, che in una clinica luganese ha operato la signora.
Ventiquattro ore dopo la caduta, infatti, la signora Di Benedetto è entrata in sala operatoria. «Opero molti anziani, ma non ero mai intervenuto su una persona di questa età», racconta il dottor Pippow. Un’operazione di successo a 105 anni, non è un record, ma poco ci manca. Per aggiustare il femore c’è voluta un’ora e mezza in anestesia totale, è stata impiegata una tecnica mini invasiva che ha il pregio di non incidere i fasci muscolari, a Margherita è stata impiantata una protesi cementata. «Questo permette di riprendere subito la mobilità, oggi siamo molti più “aggressivi” nella mobilizzazione. È molto importante per il recupero e per diminuire le complicanze», ci spiega il dottor Pippow.
E ha funzionato, tre ore dopo l’intervento l’ultracentenaria, svegliatasi affamata, ha potuto mettersi seduta e mangiare qualcosa. A trovarla c’erano tutti. Figlia, nipote, bisnipote e trisnipote. «È stato speciale vedere cinque generazioni nella stessa stanza», racconta il chirurgo. Per poco più di tre settimane, la signora Di Benedetto è stata ospite della clinica grazie al protocollo di ortogeriatria. Un trattamento che prevede, in caso di pazienti anziani fratturati, di non dover trovare una clinica di riabilitazione già dopo una settimana, ma si viene trasferiti all’interno della stessa struttura, dove un medico internista è pronto ad affrontare le eventuali complicanze, non rare negli anziani.
Il decorso dell’infortunio di Margherita, però, è filato liscio. Già oggi, infatti, ha potuto lasciare la clinica. Come l’hanno trattata? «A me m’hanno trattata bene», risponde. Poi aggiunge con spirito, «agli altri non so». Ad accompagnarla la figlia Bina D’Onofrio, molto sollevata dopo il grande spavento.