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CANTONEEcco la "nuova" Scuola che verrà

06.07.17 - 12:52
Il progetto è stato modificato e ha il sostegno unanime del Collegio dei direttori delle scuole medie. Pronto il messaggio per il finanziamento della sperimentazione
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Ecco la "nuova" Scuola che verrà
Il progetto è stato modificato e ha il sostegno unanime del Collegio dei direttori delle scuole medie. Pronto il messaggio per il finanziamento della sperimentazione

BELLINZONA – «Ora ci troviamo davanti a un progetto solido che si basa sui dati raccolti durante la fase di consultazione». Così il consigliere di Stato Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), stamani ha presentato il messaggio per la richiesta del credito necessario per la sperimentazione del progetto “La scuola che verrà”. Una sperimentazione triennale da 5,31 milioni di franchi a carico del Cantone (0,69 milioni saranno a carico dei Comuni) che partirà dall’anno scolastico 2018/19 in sei istituti scolastici (tre comunali e tre cantonali).

Cosa cambia rispetto al progetto originale? «Il principio resta, ma sono state introdotte modifiche organizzative» spiega dunque Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola e coordinatore DECS, sottolineando che i cambiamenti più importanti riguardano la forma didattica del laboratorio. «Si tratta anche della modifica più costosa, che al momento dell’implementazione a livello cantonale della riforma comporterà un costo annuo di 34,5 milioni di franchi, rispetto ai 32 previsti».

Il progetto rivisto a seguito della consultazione - ha sottolineato Bertoli in conferenza stampa - ha già raccolto il consenso unanime del Collegio dei direttori delle scuole medie.

Bertoli ha infine ricordato che per garantire un futuro alle giovani generazioni di oggi «serve più flessibilità nella formazione post obbligatoria. Ma serve una scuola dell’obbligo solida, perché tutti abbiano il bagaglio sufficiente per inserirsi in tale flessibilità».

I principali cambiamenti

Laboratori: Questa forma didattica sarà sperimentata impiegando un’organizzazione a metà classe (invece della modalità basata sulla suddivisione di due classi in tre gruppi). In questo modo si evita un’eccessiva frammentazione, sia rispetto alla relazione tra docente e allievo sia rispetto allo stesso gruppo-classe. La conduzione del laboratorio è affidata unicamente al docente della disciplina di riferimento.

Atelier: L’atelier, che è un momento più vicino allo studio assistito, sarà condotto collaborativamente dal docente titolare e dal docente di sostegno. I gruppi potranno essere modulati e organizzati secondo le esigenze.

Griglia oraria: Con le modifiche apportate ai laboratori e agli atelier, è prevista una griglia oraria unica. Sono dunque superate l’organizzazione della griglia oraria annuale in sequenze e l’introduzione dell’insegnamento a blocchi.

Settimane progetto: Più flessibilità per il tempo che viene dato a progetti interdisciplinari. A questa forma didattica si potrà attribuire da un minimo di tre settimane per anno scolastico fino a un massimo di 6,5 settimane.

Quadro descrittivo: I giudizi resteranno simili a quelli attuali, ma saranno redatti in maniera più completa grazie all’introduzione di linee guida che serviranno come punto di riferimento per i docenti. Inizialmente era prevista la compilazione di una lista di competenze dell’allievo.

Collaborazione: La collaborazione resta un punto importante. Agli istituti di scuola media sarà assegnato un monte ore di due ore per classe destinato allo svolgimento di progetti innovativi e di collaborazione.

Corsi base e attitudinali: Dalla consultazione è emersa l’adesione alla proposta di superamento alla scuola media del sistema basato sui corsi base e attitudinali in matematica e tedesco. Sono invece divergenti le opinioni su come superare questo modello. Nelle sedi sperimentali la differenziazione avverrà con misure di differenziazione pedagogica e didattica.

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COMMENTI
 

vulpus 6 anni fa su tio
Da persona a digiuno delle cose addentro alla scuola, leggendo l'articolo redazionale, si ha l'impressione di una cosa molto formale e fumosa: par di capire che vengono aumentati i docenti, e i momenti di approfondimento prendono la definizione di atelier e laboratori. Impressiona anche l'impegno finanziario, per una modifica che sembrerebbe, in sostanza ridursi alla eliminazione della differenzazione dei corsi di base. Addirittura la valutazione dell'apprendimento dell'allievo avrà delle linee guida... Ma a cosa poi possano servire, se poi gli allievi non avranno più bocciature? Ci sono tanti esperti a questo tavolo: speriamo che anche l'impegno finanziario profuso vada a buon fine.

Nicklugano 6 anni fa su tio
E se non vi piace, evidentemente non avete capito niente !

maocr 6 anni fa su tio
Risposta a Nicklugano
Chissà che ne penserebbe Stefano Franscini???

Bacaude 6 anni fa su tio
Premetto che sono per una scuola inclusiva. Ritengo però che inclusivo non voglia dire "livellato" o "senza qualità". La sensazione è che si voglia a tutti i costi far diventare gli insegnanti degli "intrattenitori" piuttosto che dei formatori e i ragazzi degli spettatori piuttosto che degli studenti (che devono studiare). La riforma non recepisce assolutamente che, dato il carico attuale, è già piuttosto complicato svolgere un programma per intero. Il punto è che è proprio la didattica a pagare il prezzo più alto di questa riforma, adatta probabilmente a quei docenti che, tutto sommato, preferiscono fare altro piuttosto che far lezione, spiegare e correggere e prendersi la responabilità delle proprie decisioni. Succederà allora che si farà altro: progetti, atelier, ballo rítmico e gare di hula-hoop chiudendo un occhio sulla preparazione. L'individuo alunno viene inoltre privato di un importante processo formativo: quel legame unico con i suoi compagni. La parcellizzazione delle classi e degli orari con i continui rimescolamenti darà allo studente una sensazione di continua provvisorietà, a discapito dell'atmosfera di classe. L'impressione della società civile è che si voglia nascondere la verità che il "bocciato" costa. I ricorsi costano e spiegare alle famiglie perchè il figlio non potrà fare il Liceo costa. Con questa riforma tutti bravi e tutti contenti. Eccoci allora a programmare l'ennesimo pasticcio nonostante sia evidente agli occhi di tutti che oggi i nostri ragazzi abbiano in quarta media la preparazione che noi avevamo in seconda. Negli States (ma non solo) è già così e la scuola pubblica è stata affondata volontariamente perchè mal si sopportava che il figlio di disoccupati (se era bravo) potesse ricevere la stessa formazione di qualità del figlio di un medico. Oggi in America, quella scuola pubblica non vale nulla. Per contro, i rampolli che formeranno la prossima classe dirigente frequentano scuole di stampo ottocentesco, tutte didattica, studio e sudore della fronte, senza ética probabilmente, ma senz'altro didatticamente avanzate. Non capisco, che favorone alle scuole private...

Danylee 6 anni fa su tio
Non c'è miglior sordo di uno che non vuole sentire (ascoltare).

average_joe 6 anni fa su tio
Qualcosa mi dice che la sperimentazione sarà un successo...

Mabilo 6 anni fa su tio
Con tutte le critiche ricevute ha ancora il coraggio di iniziare la sperimentazione, ovviamente usando gli allievi come cavie!
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