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CANTONELa Posta del futuro: «61 uffici garantiti e 48 da verificare»

14.06.17 - 10:47
Il progetto prevede 17 nuovi punti di accesso entro il 2020. Ma è contestato dai sindacati. Syndicom: «È uno smantellamento». Transfair: «Da verificare? Vuol dire da chiudere»
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La Posta del futuro: «61 uffici garantiti e 48 da verificare»
Il progetto prevede 17 nuovi punti di accesso entro il 2020. Ma è contestato dai sindacati. Syndicom: «È uno smantellamento». Transfair: «Da verificare? Vuol dire da chiudere»

BELLINZONA - Continua a far discutere la strategia messa in atto dalla Posta. Il Gigante Giallo ha presentato oggi la pianificazione dello sviluppo della rete postale nel Canton Ticino fino al 2020. «Garantiremo la presenza di 61 uffici, ci saranno fino a 17 nuovi punti di accesso supplementari, mentre il futuro dei 48 restanti uffici postali sarà da verificare in accordo con i Comuni». Ed è proprio questo ultimo punto che fa storcere il naso e arrabbiare i sindacati.

«È uno smantellamento» - Secondo Transfair, La Posta «usa la parola sviluppo, ma quello che sta facendo è uno smantellamento». Ma il sindacato va oltre sottolineando che il termine «verificare» si tradurrà con «verranno molto probabilmente chiusi». Transfair esprime poi dei dubbi anche sui 61 uffici garantiti, ma solo fino al 2020. «Garantiti ma con già la data di scadenza: 2020. E dopo? E chi lo sa, la Posta non lo dice. Il nostro timore è che dopo si ricominci da capo».

«Ondata di chiusure in Ticino» - Anche Syndicom non le manda a dire e critica ferocemente il Gigante Giallo sottolineando come «ignori le indicazioni del Consiglio nazionale», che il 30 maggio aveva approvato una mozione anti-chiusure, «e quelle del Consiglio di Stato cantonale», che aveva inoltrato un’iniziativa, sostenuta anche dai Grigioni e dal Vallese, che istituirebbe una concreta possibilità di ricorso dei comuni e delle città. Il sindacato poi denuncia l’ondata di chiusure. «Il Ticino, con questa strategia, perderebbe la metà degli uffici postali».

«Una presenza forte e costante nel Cantone» - La Posta, da parte sua, si difende specificando di «attribuire grande importanza alle Regioni» e in particolare al Ticino. «Abbiamo volutamente attrezzato a Cadenazzo un centro logistico ben posizionato e tecnicamente all’avanguardia». E non solo. La Posta, come anticipato al Consiglio di Stato a fine maggio, ha infatti in mente altri «importanti investimenti» per nuove infrastrutture e servizi nel nostro cantone.

Festival, droni ma non solo - Un occhio di riguardo, quello per il nostro cantone, che il Gigante Giallo manifesta anche sostenendo il Festival di Locarno e non solo. «Impieghiamo circa 1800 persone e continuiamo ad affidare l’annuale attività di risposta alle oltre 17'000 letterine indirizzate a Gesù Bambino e Babbo Natale a un team di collaboratrici e collaboratori operanti nel Cantone, dove ha peraltro sede anche la Centrale oggetti trovati». Non da ultimo la Posta ricorda che il Ticino può fregiarsi di una prima Svizzera: «L’utilizzo dei droni a scopo commerciale ha riservato una risonanza mediatica considerevole».

Il progetto nel dettaglio - La Posta, con la sua strategia, garantisce che 61 uffici postali verranno mantenuti almeno fino al 2020. (Controlla la situazione del tuo comune nel PDF allegato). «Al contempo verranno creati 17 ulteriori punti di accesso. A tal fine sta esaminando una maggiore offerta di punti clienti commerciali e punti di impostazione e ritiro, nonché il collocamento degli sportelli automatici My Post 24 nelle maggiori località del Cantone». La Posta, poi, intende affrontare «il futuro dei 48 uffici postali non garantiti in un’attenta analisi dei singoli casi. Per oltre una decina di sedi nel Cantone la Posta portava avanti il dialogo con le autorità comunali già da prima di ottobre 2016. Per talune di queste filiali, in accordo con il Comune interessato, sono state identificate soluzioni che verranno attuate nei prossimi mesi».

Le filiali: «Già 44 esperienze positive in Ticino» - Per la Posta, in primo piano vi è la realizzazione delle filiali in partenariato, che hanno il vantaggio di offrire ai clienti un’offerta postale ampia e orari di apertura interessanti. «Questo formato - sottolinea il Gigante Giallo - è apprezzato e inoltre rafforza, in collaborazione con un partner locale, l’infrastruttura presente all’interno del paese o del quartiere. Già oggi si contano esperienze positive con questa forma di collaborazione in 44 località ticinesi». Nei prossimi quattro anni la Posta procederà alla trasformazione della rete postale seguendo una consolidata procedura basata sul dialogo diretto con i Comuni, che rimangono per legge gli interlocutori principali nell’ambito della valutazione di possibili alternative per l’offerta postale. «Come fatto sinora - specifica la Posta - si eviterà di chiudere gli uffici postali senza presentare alternative».

Oltre 4’000 punti di accesso in Svizzera - Le abitudini dei clienti della Posta cambiano: anziché nell’ufficio postale tradizionale, i clienti svolgono sempre più spesso le operazioni postali fuori casa con il proprio smartphone e da casa con il computer. La Posta reagisce a questo cambiamento mirando sempre maggiormente a un mix di punti di accesso digitali e fisici, commisurati alle esigenze locali. «Entro il 2020 intendiamo sviluppare una rete con oltre 4’000 punti di accesso, puntando, oltre che sulle filiali in partenariato, su formati quali il servizio a domicilio, gli sportelli automatici My Post 24 e su altri punti di impostazione e di ritiro». La Posta considera di gestire tra gli 800 e i 900 uffici postali entro il 2020. Per lo sviluppo della rete attua criteri regionali, affinché le località con funzione centrale, oppure le valli isolate, abbiano sempre un accesso diretto alla Posta e alla totalità dei suoi servizi.

No licenziamenti - Nell’ambito dello sviluppo della rete, la Posta intende continuare a evitare licenziamenti. «Ci assumiamo la propria responsabilità sociale cercando soluzioni adeguate per il personale interessato. Come di consueto, cureremo attivamente il dialogo con le parti sociali».

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