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GIUBIASCOEcco perché una «gallina domani è meglio di un uovo oggi»

06.06.17 - 08:10
Paolo Maretti, della Società Commercianti di Giubiasco, spiega l’origine e i prossimi passi della curiosa campagna di sensibilizzazione a sostegno del commercio locale
Ecco perché una «gallina domani è meglio di un uovo oggi»
Paolo Maretti, della Società Commercianti di Giubiasco, spiega l’origine e i prossimi passi della curiosa campagna di sensibilizzazione a sostegno del commercio locale

GIUBIASCO - «Meglio una gallina domani che un uovo oggi». È così, con uno slogan semplice ed immediato, ideato ribaltando a 180 gradi uno di quei proverbi che appartengono alla saggezza popolare, che la Società commercianti di Giubiasco e dintorni (SCG) ha lanciato la propria campagna di sensibilizzazione “Non fare il pollo”, a tutela del commercio locale.

Ma come è nata l’iniziativa? E come si svilupperà nel prossimo futuro? Lo abbiamo chiesto direttamente a Paolo Maretti, membro del comitato direttivo della SCG.

Com’è nata la campagna? Qual’è stato il campanello d’allarme che vi ha fatto dire. “Ok, dobbiamo fare qualcosa!” ?
«Non si è trattato di un vero e proprio campanello di allarme. È nata più che altro da una convinzione comune del comitato verso quello che per noi rappresenta un aspetto importante. L’intenzione era quella di dare un input ai consumatori, rendendoli attenti e consapevoli di quella che in fondo è una situazione vantaggiosa per tutti quanti.»

L’idea del “pollo”. Come vi è venuta? L’avete ideata e realizzata da soli o vi siete affidati a qualche specialista esterno?
«Ci siamo rivolti ad un grafico che ha sviluppato il concetto. Abbiamo spiegato il messaggio che volevamo trasmettere, l’idea di voler “giocare in casa” sostenendo il commercio locale, senza però risultare patetici ne lamentarci di nulla. La campagna non vuole fare la paternale a nessuno. Ognuno è infatti liberissimo di pensarla a proprio modo e di condividere o meno il nostro pensiero.»

La campagna è organizzata come Società Commercianti di Giubiasco, ma c’è l’intenzione di accogliere eventuali adesioni anche da parte dei commerci di altre zone?
«Al momento abbiamo un discorso aperto con la Società dei Commercianti di Bellinzona. In ogni caso siamo ben aperti ad accogliere anche i commercianti di altre città. Alla fine si tratta di una situazione che coinvolge tutti. Ne saremmo ben felici.»

Parlando dei “polli”. Sappiamo che c’è chi fa la spesa oltre confine per convenienza, non manca però chi deve farlo quasi per necessità. Da un lato voi dite “Venite a far la spesa da noi”; dall’altro qualcuno magari risponde “Si, però voi abbassate i prezzi”.  Ecco, cosa pensa considerando questo punto di vista?
«Per fare un esempio: se i pomodori costano meno in Italia a me va benissimo il fatto che qualcuno preferisca andare direttamente la a comprarli. Ci mancherebbe. Come detto il nostro intento non è quello di fare la paternale a nessuno. Il nostro è principalmente un discorso di mentalità, per trasmettere e recuperare alcuni semplici principi che con il tempo si sono un po’ persi. Sappiamo bene ad esempio che i giovani oggi sono abituati a fare i loro acquisti online. Che preferiscono acquistare un paio di scarpe con un clic andando su Zalando piuttosto che in un negozio. Se però riusciamo a renderli più attenti, e a far si che riescano a percepire i negozi locali come un valore aggiunto nel proprio quartiere, allora siamo sulla strada giusta.»

Tornando infine alla campagna. Il prossimo 14 giugno verrà invece presentata al pubblico la vostra mascotte in vista delle future attività. Senza svelare troppo, cosa possiamo aspettarci in questo senso?
«La mascotte sarà la protagonista di alcuni video virali che diffonderemo già durante i mesi estivi. Inizieremo coinvolgendo diversi commerci della zona. In seguito però andremo a coinvolgere anche qualche politico. Durante la recente campagna elettorale ovviamente non abbiamo voluto interferire, ma diversi Municipali della Nuova Bellinzona si sono espressi promettendo di agire a sostegno delle attività commerciali locali. E quindi sicuramente intervisteremo anche qualcuno di loro. Busseremo alla loro porta e chiederemo: “State facendo quello che avete promesso? Perché noi siamo qui ad aspettarvi”.»

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COMMENTI
 

Telma 6 anni fa su tio
Ma poi, se vado nel negozio di Maretti e non trovo la mia misura che faccio? E purtroppo capita spesso. Le mie misure relativamente grandi di taglia e di scarpe non ci sono. Allora vado su Zalando e magicamente trovo e ricevo. Poi ci faccio l'abitudine e acquisto su Zalando anche per gli altri componenti della famiglia. Capisco che il negoziante locale non possa avere tutto e di tutte le misure. Mi aspetto che il negoziante locale capisca che vado ad acquistare dove trovo e questo, per lo meno per l'abbigliamento, è purtroppo per il negoziante locale, il commercio online. Altro discorso sono gli alimentari. Mi rifornisco esclusivamente localmente. Pago sicuramente di più ma non genero traffico, inquinamento e risparmio pure tempo.

Benji78 6 anni fa su tio
Signor Maretti, sono decenni che il consumatore fa il pollo da spennare. Adesso, purtroppo per tutti, si è stufato.

Salbra 6 anni fa su tio
Buongiorno, l'iniziativa mi piace .. e mi rammarico per i commercianti del Ticino, si danno da fare e fanno di tutto per farsi che la gente resti qui ! si alzano alla mattina e vanno a lavorare cercando come fanno tutti di tirare avanti, ma il problema non sono loro il problema sono i cartelli svizzeri carne ,importatori che mettono un proprio lauto davanti a tutto . E fino a che queste lobbie privilegiate e sostenute dal Governo Svizzero non si decidono a venire incontro alla gente ...potete fare di tutto, ma non cambierà nulla perché " la gente comune" che stenta ad arrivare a fine mese continua e continuerà ad andare all'estero a fare la spesa ed altro !!!

moonie 6 anni fa su tio
dai maretti!!! ci manca che la metti sull'orgoglio nazionale e il teatrino è completo. bellissime le iniziative in campo... la mascotte, i video virali, tirar per la giacchetta il politico di turno... ma di abbassare i prezzi che avete gonfiato per decenni manco a parlarne...

navy 6 anni fa su tio
Bella iniziativa ma.......servirà a qualcosa? In questo cantone, tanti datori di lavoro (non tutti) fanno lavorare tutti tranne che i residenti. Nel frattempo, gli stessi datori di lavoro fanno le campagne sullo spendere locale e fare girare l'economia.Chiamiamola ipocrisia e/o schizofrenia ma, per favore, piantiamola di prenderci in giro da soli! Polli siamo e le galline, assieme alle uova, le mangiano già altri e da un pezzo!

maocr 6 anni fa su tio
Risposta a navy
Quanti Svizzeri faranno lavorare questi commercianti?? E gli alberghi , che piangono ma gli va meglio che ad altri a quanti Svizzeri (o perlomeno residenti danno lavoro?? Per l'industria non bisogna neanche chiedere un esempio Medacta( 81 residenti"quindi non necessariamente Svizzeri" frontalieri 323 )e quante altre aziende sono come questa se non peggio. Per commercianti ,alberghi e aziende,il lavoro lo vendono sottocosto a stranieri e frontalieri a prezzi EU ( da fame in Svizzera) ma poi pretendono che lo Svizzero o residente li sostenga,anche se disoccupato o in assistenza a prezzi Svizzeri. E i nostri tutori delle libertà e della democrazia cosa fanno per tutelare un popolo che sta andando in rovina(in Ticino e altri luoghi Ge BS BL ecc ecc)con il loro tacito appoggio????
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